Arcobaleni – Yasunari Kawabata

SINTESI DEL LIBRO:
Asako vide un arcobaleno formarsi sulla sponda opposta del lago Biwa.
Il treno aveva superato Hikone e stava avvicinandosi a Maibara. Come
sovente accade a fine d'anno, era semivuoto.
Quando si era formato l'arcobaleno? Intenta a contemplare la superficie del
lago dal finestrino, Asako aveva l'impressione che fosse apparso
all'improvviso.
Anche l'uomo seduto di fronte si accorse dell'arcobaleno.
"Chiiko, Chiiko, guarda l'arcobaleno! L'arcobaleno!"
esclamò sollevando verso il finestrino la bambina che aveva in braccio.
Da Kyoto, Asako era seduta in uno scompartimento a quattro posti davanti a
quell'uomo. L'uomo viaggiava con una neonata. Erano dunque in tre.
Asako era seduta vicino al finestrino. L'uomo accanto al corridoio. Usciti dal
tunnel di Higashiyama, egli aveva adagiato la bambina sul sedile, in modo
che appoggiasse la testa sulle sue ginocchia come su un cuscino.
"Troppo alto", mormorò piegando il cappotto.
Asako si domandò se sarebbe riuscito a trasformarlo in un materassino, ma
l'uomo lo piegò con abilità e lo pose sotto la bambina in modo che la testa
riposasse più como-damente sulle sue ginocchia. La lattante era avvolta in
una morbida copertina di lana a motivi floreali. Agitava le braccia e guardava
il padre.
Prima ancora di salire sul treno Asako aveva constatato che l'uomo viaggiava
solo con la bambina. Gli si era seduta di fronte immaginando che avrebbe
finito con l'aiutarlo.
L'uomo, continuando a tenere in braccio la bambina e a mostrarle
l'arcobaleno, si volse verso Asako:
"D'inverno gli arcobaleni sono rari".
"Ah sì?"
Le aveva rivolto la parola all'improvviso e Asako provava imbarazzo.
"No, non è vero. Non sono così rari", si corresse l'uomo.
"Siamo già a Maibara. Una volta, sulla linea per lo Hokuriku, dopo Maibara -
compivo il percorso contrario: da Kanazawa a Maibara e quindi a Kyoto -
vidi dal finestrino numerosi arcobaleni. Sulla linea dello Hokuriku non sono
rari. E tutti piccoli e graziosi. All'uscita di un tunnel apparve un piccolo
arcobaleno su una collina, poi si scorse il mare e un altro arcobaleno dalla
collina al-la spiaggia. Fu tre o quattro anni fa, non ricordo in che mese ma era
inverno, faceva freddo e a Kanazawa cadeva una neve polverosa. "
Asako si domandò se anche allora l'uomo avesse viaggiato con la bambina in
braccio. Ma tre o quattro anni prima lei non era ancora nata. Provò l'impulso
di ridere.
"Quando si vede un arcobaleno si ha l'impressione di essere tra la primavera e
l'estate."
"Sì, tutti quei colori non sono invernali."
"Va a Kanazawa?"
"Oggi?"
"Si."
"No, torno a Tokyo."
La bambina premette le manine sui vetri del finestrino.
"Riuscirà a distinguere l'arcobaleno? Non sarà inutile mostrarglielo?"
domandò Asako. Era un dubbio che l'assillava da qualche minuto.
"Mah, chissà", rifletté l'uomo, "è difficile che lo distingua, anzi, impossibile.
"
"Ma lo vede, no?"
"Si, lo vede. Ma ai neonati non interessa ciò che è lontano, né se ne
preoccupano. Non ne hanno bisogno. E poi non sono ancora dotati del senso
della distanza, né temporale né spaziale. "
"Quanto tempo ha?"
"Nove mesi esatti", rispose con orgoglio l'uomo, e voltò di nuovo la bambina
verso di sé. "A Chiiko è inutile mostrare l'arcobaleno. La signorina mi ha
sgridato."
"Sgridato? No, non intendevo... Penso invece che la bambina sia felice di
viaggiare fin da piccola con un padre che le mostra l'arcobaleno. "
"Ma non lo ricorderà."
"Glielo ricorderà lei."
"Sì. Glielo ricorderò io. Quando sarà più grande, la bambina dovrà viaggiare
spesso su questo percorso."
La bambina guardava Asako e sorrideva.
"Ma chissà se le capiterà ancora di vedere un arcobaleno sul lago Biwa!"
Quindi l'uomo soggiunse: "Lei prima ha pronunciato la parola 'felice'. L'anno
sta per finire e per noi adulti l'arcobaleno è un auspicio di felicità. Forse ci
attende un anno fortunato".
Asako era della medesima opinione.
Da quando aveva veduto l'arcobaleno si sentiva l'animo attratto verso la
sponda opposta del lago. Sarebbe stato meraviglioso visitare da riva il paese
degli arcobaleni.
O, più realisticamente, viaggiare lungo la riva che ne ospitava uno in quel
momento. Asako compiva sovente in treno quel percorso ma non aveva mai
fantasticato sulla sponda opposta del lago Biwa. Di tutti i viaggiatori che
percorrevano la linea Tokaido, soltanto un numero esi-guo visitava la sponda
opposta.
Ad Asako sembrava persino che il treno procedesse in direzione della sponda
su cui si delineava l'arcobaleno.
"Su queste rive si susseguono campi di colza e di astragali. Un arcobaleno a
primavera sui campi fioriti darà una sensazione di felicità", disse l'uomo.
"Dev'essere veramente una cosa meravigliosa", convenne Asako.
"Invece in inverno l'arcobaleno è un po' sinistro. Come un fiore tropicale
spuntato in un paese freddo, o gli amori di un re spodestato. Forse perché
questo arcobaleno e tronco e non delinea un arco completo..."
Come aveva notato l'uomo, l'arcobaleno appariva interrotto. Se ne scorgeva
un'estremità, mentre il culmine era celato dalle nuvole.
Nel cielo, nuvole foriere di neve stagnavano a ombreg-giare il lago.
Gravavano anche sulla riva opposta e si spezzavano in basso lasciando
riquadri di luce, da cui fil-travano, posandosi sull'acqua, deboli raggi di sole.
L'arcobaleno si delineava soltanto in quei riquadri di luce.
Si ergeva quasi perpendicolarmente Era soltanto un'estremità. Se avesse
tracciato un arco intero sarebbe parso enorme. L'estremità opposta doveva
essere molto lontana. Naturalmente era invisibile. Troncato così, pareva
sospeso in cielo, senza limiti. Fissandolo attentamente si aveva l'impressione
che emergesse dall'acqua, ora vicino alla sponda più prossima, ora presso
quella più lontana. Non si capiva se la sua sommità fosse celata dalle nuvole
o se le sovrastasse. Ma l'essere troncato gli conferiva una maggior vividezza.
Ad Asako sembrava che l'arcobaleno si protendesse verso il cielo chiamando
malinconicamente le nuvole. Più lo fissava e più quell'impressione
s'intensificava.
Le nuvole che si distendevano cupe nel cielo, sulla riva opposta, più in basso,
gravavano oscure e immobili, pronte a turbinare.
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo