Alieni psicopatici il romanzo di una generazione dimenticata – Sergio Beducci

SINTESI DEL LIBRO:
«Non mi è piaciuta tanto l'ultima parte del tuo comic, c'hai
messo in mezzo la politica» dice S8Cassa sbadigliando.
«Mmm, cioè?»
«Ma si, tutte le minchiate sulla C.I.A., sui terroristi, che
c'entrano?»
«Spiegati meglio.»
«Ecco, le prime strisce erano tipo fantascienza, no?»
«Ma sì, anzi non proprio. Non mi piacciono le etichettature.
Cioè che James Ballard ha scritto solo fantascienza? E Philip Dick?»
«Chi sono 'sti tizi?»
«Dick ha scritto un romanzo da cui è stato tratto Blade Runner,
per fare solo un esempio.»
«Appunto, Blade Runner è fantascienza» ribatte S8Cassa
sbadigliando di nuovo.
Siamo a casa sua, sono le due passate del pomeriggio e si è
appena svegliata. Sta aspettando che il caffè sia pronto; con gli
occhi che ogni tanto le si chiudono controlla la vecchia moka sul
fuoco. Allo stesso tempo scarabocchia con un pennarello colorato su
dei vecchi cartoni che contenevano la pizza della sera prima,
evitando abilmente schizzi di sugo e frammenti di mozzarella
solidificati.
«Ma ti pagano i tipi della rivista?» continua, mentre alza per un
attimo gli occhi e guarda la caffettiera.
«Qualche volta… dipende. Non molto.»
«Allora mi puoi prestare qualche soldo?»
«Io? Non mi è rimasto granché. Quanto ti serve, comunque?»
«Cinquemila Euro.»
«…?!»
«Dai scemo, stavo a scherza', non mi serve niente, volevo
vedere la faccia che facevi, e se ti stavi a monta' la testa no?» E
inizia a ridere, una risata lunga, singhiozzante, stranissima. Notevole
per essersi appena svegliata e senza aver potuto ancora bere un
sorso di caffè.
S8Cassa è una ragazza interessante, con le treccine colorate,
gli occhi grandi e luminosi, un collo lungo e sensuale e un'indubbia
abilità a mixare cd e vinili come dj, anzi come djane. Il suo
soprannome deriva da una frase che per un periodo pronunciava
sempre nei momenti meno indicati: sotto cassa tutto passa.
Intendeva dire che ballando per ore davanti a una cassa che ti spara
in pancia migliaia di watt di musica elettronica a circa 150 battiti al
minuto, tu non puoi che dimenticare qualsiasi problema ti abbia
afflitto precedentemente. È una filosofia di vita valida come e forse
più di tante altre.
Peccato che il sesso non sembra interessarle particolarmente
e nemmeno l'amore, a quanto ne so. Ma è un'amica, di quelle di cui
ti puoi fidare a occhi chiusi. Per capirci, è anche una di quelle
persone che non si fa problemi a dirti che stai sbagliando o che ti
stai comportando da stronzo, se è quello che pensa.
Ha qualche anno meno di me e una lunga lista di amici sparsi
per l'Europa che spesso la vengono a trovare, quasi sempre senza
preavviso, e che lei ospita con rassegnazione; le occupano casa per
settimane, si cimentano in estenuanti jam session nel salone, usano
la cucina alle ore più strane della notte per bizzarri esperimenti
culinari. Ma sono i Suoi Amici, una categoria speciale di esseri
umani che gode di diritti inalienabili. Si arrabbia, gli dice cosa pensa
del loro modo di fare, eppure finisce sempre per abbracciarli e li
difende, affrontando coraggiosa i vicini di casa che protestano o
l'amministratore del condominio che le intima il rispetto delle regole
condominiali.
Come detto, faccio parte di questa categoria di privilegiati, e da
un paio di settimane sono suo ospite. Non riesco però in nessun
modo ad abituarmi allo stile di vita bohemien che regna
incontrastato; è un mio limite, lo so. Magari è la DEP, questo strano
disturbo evitante di personalità e lo psicologo aveva visto giusto.
Resta il fatto che da quando sono qui mi sveglio di soprassalto nel
bel mezzo di discussioni in lingue gutturali, ingurgito merendine
scadute da settimane, faccio la fila più volte al giorno davanti alla
porta del bagno solo per sciacquarmi il viso. Credo che stasera
chiederò a un mio amico se posso trasferirmi qualche giorno a casa
sua. Ho bisogno di quiete per riordinare le idee e riprendere in mano
il mio comic.
«Poi è strano, no? Ci sono questi Evitanti, alieni che si
muovono così velocemente che nessuno riesce quasi a vederli; così
progrediti da sfuggire a ogni logica umana. Sono ricercati da questa
specie di società segreta composta da cervelloni, ex marines,
miliardari massoni e mutanti con chissà quali poteri. Chi sono questi
mutanti, che poteri hanno? E poi c'è di mezzo la C.I.A. e l'N.S.A.,
organizzazioni entrambe convinte che siano dei terroristi 2.0! Tutti
contro tutti, nessuno che ci capisce un tubo. Proprio fessi! Lo vuoi il
caffè?»
«Un po' grazie. Ma è che…»
«E poi, a parte l'agente Selene, non ce stanno donne! So'
quasi tutti uomini, e anche un po' repressi!»
«Non sono fessi, né repressi» faccio io fintamente indignato,
«sono solo un po' depressi!»
Ghigniamo un po' insieme, mentre beviamo lentamente il caffè
bollente.
Fuori è una bellissima giornata, un po' fredda, ma con un sole
accecante e un cielo pressoché paradisiaco.
«Che fai dopo, esci?» chiedo senza troppa convinzione.
«Mmm… dovrei lavorare un po' al computer, prima che tornino
gli amici austroungarici; sono andati a Villa Borghese, credo. O forse
all'Eur. Non è che ho tutta questa voglia di lavorare, eh? Tanto poi
nemmeno so se mi pagano, e anche se mi pagano se ne parla tra
mesi…» risponde pensierosa.
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo