Los Angeles strettamente riservato – James Ellroy

SINTESI DEL LIBRO:
Bud White, in un'auto senza insegna della polizia guardava il "1951"
che lampeggiava in cima all'albero di Natale del municipio. Il sedile
posteriore era carico di bottiglie per il party della stazione: era tutto il
giorno che faceva il giro dei negozi, eludendo gli ordini di Parker.
Tutti gli uomini sposati avevano liberi il 24 e il giorno di Natale, tutti
gli incarichi di routine toccavano agli scapoli e la squadra
investigativa della centrale era distaccata in blocco per rastrellare
vagabondi e barboni. Il capo non voleva che venissero a rovinare la
festa di beneficenza all'aperto che il sindaco Bowron offriva a favore
dei bambini bisognosi sbafandosi tutti i rinfreschi. Il Natale
precedente un negro tutto matto l'aveva tirato fuori, aveva pisciato in
una brocca di limonata destinata ai poveri orfanelli e aveva gridato
alla signora Bowron: "Dài, tiramelo, puttana". William Parker aveva
inaugurato il suo primo Natale di capo del dipartimento di polizia di
Los Angeles accompagnando d'urgenza la moglie del sindaco al
pronto soccorso per farle somministrare un sedativo. Adesso, a un
anno di distanza, era lui a pagarne le conseguenze.
Il fatto di avere tutte quelle bottiglie ben impacchettate sul sedile
posteriore gli dava una vaga sensazione alla spina dorsale: Ed
Exley, l'ufficiale di turno, era un tipo rigido, pieno di pregiudizi sul
fatto che un centinaio di agenti si mettessero a sbevazzare in sala
riunione. E Johnny Stompanato era in ritardo di venti minuti.
Bud mise in funzione la ricetrasmittente. Il solito sottofondo: furti nei
negozi, una rapina in una rivendita di alcolici a Chinatown. La
portiera si aprì e Johnny Stompanato scivolò dentro.
Bud accese la luce intermittente. Stompanato disse: «Auguri. E
dov'è Stensland? Ho roba per tutti e due.»
Bud gli diede un'occhiata. La guardia del corpo di Mickey Cohen era
senza lavoro da un mese: Mickey era stato incastrato con una storia
di tasse e stava scontando una condanna federale, da tre a sette
anni a McNeil Island. Johnny Stomp aveva ricominciato a farsi la
manicure da solo e a sti-rarsi i pantaloni in casa. «Il sergente
Stensland. È occupato a rastrellare
barboni e la cifra è la stessa comunque.»
«Peccato. Mi piace lo stile di Dick, lo sai.»
Furbo, Johnny: un bel guappo con i riccioli imbrillantinati. Bud si
accorse che era nervoso e gli diede un colpetto alla bocca dello
stomaco. «Ti-ra fuori.»
«Dick è molto più versato nelle amenità sociali, agente White.»
«Sei qui perché hai un debole per me o vuoi solo chiacchierare?»
«Ho un debole per Lana Turner. E lei ha un debole per quelli che
picchiano la moglie, agente. Ho sentito dire anche che non le
dispiacciono le signore, e non è troppo schizzinoso sul loro aspetto.»
Buck fece crocchiare le nocche. «E tu scopi per vivere e Mickey, con
tutto quello che dà in beneficenza, resta uno spacciatore e un
ruffiano. Per cui, se mi è capitato qualche esposto per brutalità
contro la gente che picchia la moglie, a te non deve interessare.
Capito, stronzo?»
Stompanato sorrise, nervoso. Bud guardò fuori del finestrino. Un
Babbo Natale dell'Esercito della salvezza stava estraendo
furtivamente qualche moneta dal suo salvadanaio, con gli occhi fissi
sulla vetrina della bottiglie-ria sull'altro marciapiede. Stomp disse:
«Senta, lei vuole delle informazioni e io ho bisogno di soldi. Mickey e
Davey Goldman sono dentro, Mo Jahelka manda avanti la baracca
mentre loro sono via. Mo bada al centesimo e non ha lavoro per me.
Jack Whalen non mi prenderebbe neanche morto e da Mickey non
ho ricevuto nessuna maledetta busta.»
«Niente busta? Mickey è in fondi. Ho sentito dire che ha riavuto la
roba che gli avevano fregato quella volta, durante il vertice con Jack
D.»
Stompanato scosse la testa. «Sbagliato. Mickey ha beccato quello
che ha fatto il colpo, ma la roba è sparita e il tipo se n'era portato via
centocinquantamila tondi tondi. Per cui, agente White, io ho bisogno
di soldi. E se il fondo spese per le informazioni non è proprio a
secco, posso passarle qualcosa di buono.»
«Fai il bravo, Johnny. Cerca di essere un uomo bianco, come me e
come Stensland.»
Stomp ridacchiò, ma gli riuscì male. «Un topo d'appartamento per un
venti, uno che ruba nei negozi e picchia la moglie per un trenta. Le
con-viene prendere questo: è espresso. L'ho visto che stava per fare
un salto da Ohrbach's.»
Buck prese un foglio da venti e uno da dieci. Stompanato glieli tolse
in fretta di mano. «Ralphie Kinnard. È biondo, grasso, sui quaranta.
Giubbotto scamosciato e pantaloni grigi. Mi hanno detto che quando
perdeva a poker aveva l'abitudine di picchiare la moglie per costringerla a
battere.»
Bud prese nota. Stompanato disse: «Buon Natale, uomo bianco.»
Bud lo afferrò per la cravatta e tirò. Stomp sbatté la fronte contro il
cruscotto.
«Felice anno nuovo, pezzente.»
Ohrbach's era pieno di gente. I clienti si accalcavano alle casse e al
reparto abbigliamento. Bud si fece strada a gomitate fino al terzo
piano: gioielleria e liquori, pascolo privilegiato per i taccheggiatori.
Banchi carichi di orologi: file sterminate alle casse. Bud, stretto in
una calca di casalinghe e ragazzini, cercava un maschio biondo. Poi,
un lampo: un tipo biondiccio in giubbotto scamosciato che s'infilava
nella toilette degli uomini.
Bud lo segui lì dentro. Due uomini anziani in piedi davanti agli
orinatoi, un paio di pantaloni grigi che toccavano il pavimento in uno
dei box. Si accucciò a terra e diede una sbirciatina. Tombola: un paio
di mani che ac-carezzavano della gioielleria. I due veterani si
tirarono su la lampo e uscirono. Bud andò a bussare alla porta del
cesso. «Forza, esci. C'è Babbo Natale che aspetta.»
La porta si aprì di colpo. Da dentro gli arrivò un pugno in faccia. Bud
fu colpito in pieno, urtò un lavandino, cadde a terra, mentre Kinnard
se la filava. Si alzò e gli corse dietro.
Oltre la porta: una quantità di clienti che lo bloccavano, Kinnard che
spariva da un'uscita di sicurezza. Lo inseguì giù per la scala
antincendio.
Tutto tranquillo: nessuna auto di pattuglia, niente Ralphie. Andò alla
macchina e fece una chiamata radio. «4A31 a centralino, richiesta
d'informazioni.»
Un crepitio. Poi: «Ricevuto, 4A31.»
«Ultimo indirizzo conosciuto. Maschio, bianco, cognome Kinnard,
no-me Ralph K-I-N-N-A-R-D. In fretta, eh?»
Il centralinista disse ricevuto; Bud si mise a sferrare pugni nell'aria:
bam-bam-bam-bam-bam. Poi la ricetrasmittente crepitò ancora.
«4A31, mi senti?»
«4A31, in ascolto.»
«Positivo su Kinnard, Ralph Thomas, maschio, bianco, data di...»
«Solo il fottuto indirizzo, ho detto.»
Il centralinista gli fece una pernacchia. «Mettila nella calza sul
camino, stronzo. L'indirizzo è Evergreen 1486 e spero che...»
Bud uscì di corsa dalla cabina e si diresse a est, verso City Terrace.
Ottanta all'ora, giù col clacson, Evergreen in dieci minuti. Passò
come un lampo davanti agli isolati dei 1200 e dei 1300: solo ai 1400,
prefabbricati per i reduci di guerra, rallentò.
Parcheggiò e scese davanti al 1486, un edificio intonacato, con un
Babbo Natale al neon sul tetto. Le luci accese in casa, una Ford
anteguerra nel vialetto. Attraverso una finestra a vetri si vedeva
Ralph Kinnard che mal-menava una donna in accappatoio.
La donna era grassoccia, sui trentacinque. Fece un passo indietro e
l'accappatoio le si aprì davanti. Aveva il petto tutto lividi e le costole
segnate.
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo