La sposa era vestita di bianco – Mary Higgins Clark

SINTESI DEL LIBRO:

LAURIE Moran ascoltava l’adolescente davanti a lei che esercitava il suo
francese scolastico. Era in fila da Bouchon, la panetteria francese aperta di
recente, proprio dietro l’angolo del Rockefeller Center, dove lavorava.
«Gé vudré un pan sciocolat. Anzi deux.»
La cassiera sorrise paziente aspettando che la ragazza trovasse le parole
per chiedere qualcos’altro. Era evidentemente abituata ai goffi tentativi dei
clienti di sfoderare il loro francese, nonostante il negozio si trovasse nel cuore
di New York.
Laurie non aveva altrettanta pazienza. Quella mattina doveva vedere il suo
capo, Brett Young, e ancora non aveva deciso quale storia presentare nel
prossimo special del suo show. Aveva bisogno di tutto il tempo possibile per
prepararsi.
Dopo un ultimo «mersì» la ragazza si allontanò con un vassoio di paste.
Toccava a Laurie. «Ordinerò in anglais, s’il vous plaît.»
«Merci», rispose la donna entusiasta.
Era ormai tradizione che il venerdì mattina lei passasse alla panetteria e
prendesse qualcosa di particolare per la sua squadra di lavoro: Grace Garcia,
la segretaria, e Jerry Klein, l’assistente produttore. Loro adoravano l’enorme
varietà di torte, brioche e pane. Fatto l’ordine, la cassiera le chiese se
desiderava altro. I macarons avevano un’aria deliziosa. Magari solo qualcuno
per papà e per Timmy dopo cena, promise a se stessa, e come premio per me
se l’incontro di oggi con Brett andrà bene.
Uscendo dall’ascensore al venticinquesimo piano del civico 15 del
Rockefeller Center, si rese conto di quanto i Fisher Blake Studios riflettessero
il successo del suo lavoro nel corso dell’ultimo anno. Una volta Laurie aveva
un minuscolo ufficio senza finestre e condivideva un assistente con altri due
produttori, ma da quando aveva ideato un «programma di attualità» dedicato
ai crimini irrisolti, la sua carriera aveva preso il volo. Adesso aveva una lunga
serie di finestre in un ufficio spazioso pieno di lucidi mobili moderni; Jerry
era stato promosso assistente produttore e ne occupava uno più piccolo lì
accanto; e Grace era sempre indaffaratissima nel grande open space subito
fuori dalla sua porta. Ora tutti e tre lavoravano a tempo pieno sul loro show
televisivo, Under Suspicion, senza doversi occupare di altri programmi di
attualità.
Grace aveva compiuto da poco ventisette anni, ma sembrava persino più
giovane. Laurie era stata tentata più di una volta di dirle che non aveva
bisogno di tutto quel trucco che meticolosamente si metteva ogni giorno, ma
a quanto pareva il suo stile personale era lontano da quello di Laurie. Quel
giorno indossava una casacca di seta multicolore, dei leggings
esageratamente stretti, e un paio di scarponi con la zeppa alta dodici
centimetri. I lunghi capelli neri erano raccolti in alto sulla testa in modo da
ricadere giù perfettamente, come quelli della protagonista di Strega per
amore.
Di solito Grace si avventava sul sacchetto della panetteria, ma non quel
giorno.
«Laurie…» iniziò a dire lentamente.
«Qualcosa non va, Grace?» conosceva la sua assistente abbastanza bene
da capire quando era turbata.
Proprio mentre Grace stava per spiegarle, Jerry uscì dal suo ufficio.
Rimanere lì in mezzo fra Jerry, alto e allampanato, e Grace con quelle zeppe
vertiginose, la faceva sentire piccola nonostante il suo metro e settanta e la
figura snella.
Jerry alzò le mani. «C’è una signora nel tuo ufficio. Si è appena
presentata. Ho detto a Grace di fissarle un appuntamento un altro giorno. Sia
chiara una cosa: io non ho niente a che vedere con questa storia.

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