Il filo della spada. Le storie dei re sassoni- Bernard Cornwell

SINTESI DEL LIBRO:
giovani del villaggio, avrebbero dovuto soddisfare le voglie dei predoni;
poi sarebbero state vendute a loro volta. Non eravamo tanto vicini da poter
sentire i singhiozzi dei prigionieri, ma riuscivo a immaginarli. A sud, dove
basse colline verdi si innalzavano nella pianura in cui scorreva il fiume,
una grande nuvola di fumo sporcava il terso cielo invernale, indicando il
villaggio dato alle fiamme.
Ralla si mosse. «Aspetta», mormorai, e lui si immobilizzò. Aveva dieci
anni più di me, i capelli brizzolati e gli occhi ridotti a due fessure dai
lunghi anni trascorsi a fissare questo o quel mare che risplendeva ai raggi
del sole. Oltre a essere il capitano della nave, era un soldato e un amico.
«Non ancora», gli bisbigliai, poi toccai Alito di Serpente e avvertii il
fremito nella lama.
Le voci dei predoni si erano fatte più forti, rilassate e allegre. Dopo aver
spinto i prigionieri sulla nave, pungolandoli con urla e schiamazzi, li
costrinsero ad ammassarsi nella gelida stiva allagata, così che lo scafo si
stabilizzasse, quando si fosse trovato nelle acque basse del Tames, lì dove
il fiume scorre fra grossi scogli e solo i capitani più bravi e coraggiosi
sanno destreggiarsi. Poi anche loro salirono a bordo, carichi del bottino:
spiedi, calderoni, coltelli da cucina, pugnali e qualunque altra cosa che
potesse essere venduta, fusa o utilizzata. Emettevano rauche risate.
Avevano appena compiuto una strage e si sarebbero arricchiti con i
prigionieri, perciò erano felici e spensierati.
Intanto, nel fodero, Alito di Serpente cantava la sua silenziosa nenia.
Sentii un tintinnio di legni dall'altra nave, segno che i remi erano stati
infilati negli appositi fori. Una voce lanciò un ordine: «Prendere il largo!»
La ruota di prora dell'imbarcazione nemica, decorata con la testa di un
essere mostruoso, si girò verso il centro del fiume. Gli uomini puntarono le
pale dei remi contro la riva, per allontanarsene il più possibile, e la nave
iniziò a muoversi, trascinata verso di noi dalla corrente impetuosa della
piena. Ralla mi lanciò un'occhiata.
«Ora», dissi. «Tagliate la cima!» gridai, e Cerdic, a prua, recise con un
solo colpo la fune di cuoio che ci teneva legati al salice. Solo dodici
uomini remavano, ma le pale morsero con forza l'acqua mentre io balzavo
in avanti, fra le panche. «Uccidiamoli tutti!» urlavo. «Sterminiamoli!»
«Forza sui remi!» ruggì Ralla, e i dodici si piegarono nello sforzo di
contrastare l'impetuosa corrente del fiume.
«Uccidiamo quei bastardi, dal primo all'ultimo!» gridai mentre saltavo
Bernard Cornwell
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2009 - Il Filo Della Spada
sulla piccola piattaforma a prua dove il mio scudo mi aspettava.
«Massacriamoli!» Mi calcai in testa l'elmo, infilai l'avambraccio sinistro
nelle cinghie sul retro dello scudo, sollevando la pesante lastra di legno, ed
estrassi Alito di Serpente dal fodero di lana. La spada non stava più
cantando: urlava.
«Morte al nemico!» ululai. «Morte, morte, morte!» I remi mordevano
l'acqua seguendo il ritmo delle mie grida. Davanti a noi l'altra
imbarcazione tendeva a girare su se stessa perché gli uomini ai remi, in
preda al panico, perdevano colpi. Gridavano, cercando gli scudi,
affannandosi in mezzo alle panche sulle quali erano rimasti in pochi a
remare, intralciandosi l'un l'altro, fra gli strilli delle donne.
«Forza!» incitò Ralla. La nostra nave senza nome si portò al centro del
fiume, proprio mentre la corrente trascinava verso di noi quella nemica,
con la sua testa mostruosa dalla lingua rossa, gli occhi bianchi e i denti
affilati come daghe.
«Ora!» urlai a Cerdic, e lui lanciò una catena munita di rampino, poi,
non appena questo si piantò nella prua della nave nemica, la tirò indietro,
in modo che il ferro ricurvo facesse presa nel legno e avvicinasse i due
scafi.
«Morte al nemico!» urlai di nuovo, e con un balzo superai lo spazio che
ci divideva.
Oh, la gioia della giovinezza! Avere ventotto anni e sentirsi nel pieno
delle forze, un signore della guerra! Tutto questo ormai non c'è più, resta
solo il ricordo e i ricordi svaniscono. Però quella gioia mi è rimasta
impressa nella memoria.
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