Il collezionista di bambini – Stuart MacBride

SINTESI DEL LIBRO:

Per lui le cose morte avevano sempre avuto qualcosa di speciale.
La loro delicata freddezza. La loro pelle. L'odore pieno, dolciastro
che emanavano nella putrefazione. Mentre tornavano a Dio.
La cosa che aveva in mano era morta da poco.
Poche ore fa era stata piena di vita.
Era stata felice.
Era stata sporca e lurida e impura...
Ma adesso era pura.
Delicatamente e con reverenza la sistemò sul mucchio delle altre
cose. Cose che erano state tutte vive, che avevano gridato e
giocato, sporche e luride e impure. Ma adesso stavano con Dio.
Adesso avevano trovato la pace.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, immergendosi negli
odori. Alcuni freschi, altri più robusti. Ma tutti piacevoli. Guardando
benevolmente la sua collezione pensò: questo deve essere l'odore
che ti circonda quando sei Dio. Questo deve essere l'odore che ti
circonda quando sei in paradiso. Circondato dai morti.
Un sorriso gli apparve sulle labbra, spargendosi come il fuoco in un
edificio in fiamme. Avrebbe dovuto prendere la medicina, ma non
adesso. Non ancora.
Non quando c'erano tante cose morte delle quali godere.
CAPITOLO 2
Pioveva a dirotto. La pioggia scrosciava rumorosamente sulle
pareti e sul tetto della tenda che la polizia aveva eretto sul luogo del
delitto e nello spazio ristretto, unita al ronzio costante dei generatori
portatili, rendeva la conversazione praticamente impossibile. A dire il
vero, nessuno sembrava avere una gran voglia di chiacchierare, alla
mezzanotte e un quarto di un lunedì mattina.
Specialmente con il corpo di David Reid steso lì, sul terreno gelido.
A un'estremità della tenda sbilenca la polizia aveva recintato col
nastro blu un tratto di fossato, lungo poco più di un metro. L'acqua,
viscida e scura, luccicava sotto i riflettori. Il resto della tenda copriva
una parte della sponda del fiume, con la giallastra erba invernale
calpestata e imbrattata di fango.
C'era un mucchio di gente. Quattro agenti dell'Aberdeen
Identification Bureau con le loro tute cartacee bianche: due occupati
nella ricerca di impronte digitali, con la polverina e il nastro adesivo,
un terzo che scattava fotografie e il quarto che immortalava la scena
con una videocamera. A questi andavano aggiunti un agente appena
sfornato dall'Accademia di Polizia, il dottore della polizia, un
sergente dall'aspetto di uno che aveva visto giorni migliori e l'ospite
d'onore: il piccolo David Brookline Reid, di tre anni e nove mesi.
Avevano dovuto tirarlo fuori dall'acqua del fossato, prima di poterne
dichiarare la morte. Ma non ce n'era alcun dubbio: il povero piccolo
era morto da molto tempo. Avevano steso il corpicino su un telo di
plastica blu, esponendolo agli occhi del mondo, con addosso solo
una maglietta degli "X-Men".
La macchina fotografica scattò ancora, bruciando via i dettagli e i
colori, col lampo del flash che lasciava un'impronta sulla retina dei
presenti.
Appartato in un angolo, il sergente Logan McRae chiuse gli occhi e
cercò di pensare a cosa avrebbe detto alla madre del piccolo David
Reid. Suo figlio era scomparso da tre mesi. Tre mesi senza notizie.
Tre mesi sperando che glielo ritrovassero sano e salvo. Mentre
invece il bambino giaceva morto in un fossato.
Si passò una mano sul volto stanco, sentendo la barba ispida sotto
le dita. Cristo, se almeno avesse avuto una sigaretta! E pensare che
non avrebbe dovuto neanche essere qui!
Tirò fuori l'orologio e imprecò sottovoce. Quattordici ore, da quando
si era presentato in servizio ieri mattina. E gli avevano detto che
avrebbe dovuto inserirsi in servizio gradualmente!
Un'ondata di vento freddo entrò nella tenda: Logan diede
un'occhiata alla figura che si affrettava via dalla pioggia. Il patologo
era arrivato.
La dottoressa Isobel MacAlister: trentatreenne, un metro e
sessanta, brunetta, capelli a paggetto. Quando le baci l'interno delle
cosce miagola come una gattina in amore. Era vestita di tutto punto,
con giacca e pantaloni grigi, cappotto nero; il tutto alquanto
ridicolizzato da un enorme paio di stivaloni di gomma che le
arrivavano alle ginocchia.

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