L’occhio del male – Stephen King

SINTESI DEL LIBRO:

Dimagra,» sussurra il vecchio
zingaro dal naso marcio, mentre
William Halleck esce dalla Corte di
Giustizia con la moglie Heidi.
Un'unica parola sospinta da un fiato
nauseabondo tant'e dolciastro.
«Dimagra.» Prima che Halleck
possa defilarsi, lo zingaro si
avvicina e gli carezza una guancia
con l'indice nodoso. Le sue labbra si
aprono come una ferita, mettendo in
mostra rade lapidi piantate nelle
gengive. Color verde scuro. La
lingua scivola saettando a umettare
le labbra tese in un ghigno amaro.
L'episodio si ripresentò del tutto a
proposito alla memoria di Billy
Halleck quando verso le sette del
mattino salì sulla bilancia con una
salvietta intorno ai fianchi. Un buon
profumo di uova al prosciutto saliva
dal piano di sotto. Per riuscire a
vedere il quadrante, doveva quasi
sporgersi. Anzi, doveva sporgersi
proprio. Parecchio. Era un uomo
grande e grosso. Troppo grosso,
come si deliziava di ripetergli il
dottor Houston: nel caso nessuno te
l'abbia ancora detto, Billy, permetti
che lo faccia io, l'aveva avvertito
dopo l'ultimo check-up, un uomo col
tuo reddito e le tue abitudini entra in
zona-infarto intorno ai trentotto
anni. Dovresti perdere un po' di
peso.
Stamattina, però, c'erano buone
notizie. Aveva perso due chili: da
112 a 110.
Be'... a dire il vero l'ultima volta
che aveva avuto il coraggio di salirci
la bilancia indicava 114, ma aveva
addosso i calzoni e un bel po' di
moneta nelle tasche, per non parlare
delle chiavi e del coltello mille-usi
dell'esercito svizzero. Inoltre la
bilancia del bagno di sopra segnava
un po' più del giusto. Ne era
moralmente certo.
Quand'era bambino, a New York,
aveva sentito dire che gli zingari
avevano la capacità di prevedere il
futuro. Forse questa ne era la prova.
Cercò di ridere, ma tutto quel che gli
riuscì di fare fu un debole sorriso.
Era troppo presto per ridere degli
zingari. Dopo un po' di tempo, le
cose sarebbero tornate ad apparire
nella giusta prospettiva; era grande
abbastanza da saperlo già. Ma al
momento si sentiva a disagio, alle
prese con quello stomaco troppo
prominente e il ricordo dello
zingaro, quindi sperava
sinceramente di non avere più nulla
a che fare con le profezie. Anzi,
d'ora in poi alle feste avrebbe evitato
perfino la rituale lettura della mano
e avrebbe puntato subito sui
rinfreschi. O forse nemmeno.
«Billy?» Voce dal pianterreno.
«Arrivo!»
Si rivestì in fretta, notando con
disappunto perlomeno subliminale
che nonostante il rilevante calo di
peso i calzoni gli erano ancora stretti
in vita. Portava la 56, adesso. Aveva
smesso di fumare esattamente alle
00.01 del primo dell'anno, ma gli era
costato, boia, se gli era costato.
Scese al pianterreno col colletto
slacciato e la cravatta snodata
attorno. Linda, la figlia
quattordicenne, stava giusto
uscendo, in un turbinio di gonna e
coda di cavallo stretta da un nastro
viola molto sexy. Teneva i libri
sottobraccio. Con la mano libera
faceva freneticamente volteggiare
una bandierina da ragazza ponpon.
«Ciao, papà.»
«Buona giornata, Lin.»
Si sedette a tavola e arraffò il Wall
Street Journal.
«Amore,» disse Heidi.
«Dolcezza,» rispose lui solenne, e
depose il giornale.
Heidi gli mise davanti la
colazione: un mucchietto fumante
d'uova strapazzate, una tartina di
pane con le uvette, cinque fette di
croccante pancetta alla campagnola.
Buona roba da mangiare. Poi girò
intorno al tavolo e si sedette di
fronte a lui, accendendosi una
sigaretta. Gennaio e febbraio erano
stati un po' tesi: troppe discussioni
che non erano altro che liti
mascherate, troppe notti in cui
avevano finito per dormire schiena a
schiena. Adesso avevano trovato un
modus vivendi: lei aveva smesso di
insistere sul suo peso e lui non le
rinfacciava più il pacchetto e mezzo
quotidiano di Vantage 100. Era già
un bel risultato. Ma oltre al nuovo
equilibrio nei loro rapporti privati,
erano capitate altre cose belle. In
primo luogo, Halleck era stato
promosso. La ditta Greely,
Penschley e Kinder era diventata la
ditta Greely, Penschley, Kinder e
Halleck. La madre di Heidi aveva
finalmente posto in essere la
reiterata minaccia di tornarsene in
Virginia. Linda era riuscita a
imparare come si maneggia una
bandierina, e per Billy non era poco:
aveva temuto che una simile
continua frustrazione del suo innato
esibizionismo l'avrebbe ben presto
condotta sull'orlo dell'esaurimento
nervoso. Tutto andava per il meglio,
dunque.
Poi in città erano arrivati gli
zingari.
«Dimagra,» aveva detto il vecchio
zingaro, e cosa diavolo aveva al
naso? Sifilide? Cancro? O qualcosa
d'ancor peggio, come la lebbra? E
poi perché pensarci ancora? Perché
non metterci una pietra sopra?
«Non riesci a togliertelo dalla
testa, vero?» chiese Heidi tanto
d'improvviso che Billy sobbalzò
sulla sedia. «Non è stata colpa tua.
Lo ha stabilito il giudice.»
«Non stavo pensando a quello.»
«E allora a cosa pensavi?»
«Il giornale,» rispose lui. «Dice
che le attività immobiliari stanno
calando di nuovo questo trimestre.»
Non era stata colpa sua, giusto.
Lo aveva stabilito il giudice. Il
giudice Rossington. Cary, per gli
amici.
Amici come me, pensò Halleck.
Abbiamo giocato tante partite a golf
insieme, Heidi, lo sai bene. E alla
festa che abbiano dato a S. Silvestro
due anni fa, chi ti ha palpato una
tua palpeggiabilissima tetta, con la
scusa del tradizionale bacio
d'auguri per l'anno nuovo? Indovina
un po'? Ma perbacco, il buon
vecchio Cary, com'è vero Dio!
Già. Il buon vecchio Cary, di
fronte a cui Billy aveva discusso una
dozzina di casi giudiziari. Il buon
vecchio Cary Rossington con cui
qualche volta aveva giocato a poker,
al club. Cary Rossington che non
aveva fatto lo stupido quando il suo
solito compagno di golf e poker,
Billy Halleck (Cary ogni tanto gli
dava una pacca sulla spalla e
berciava «Come va, Big Bill?») gli
era comparso innanzi non per
discutere una causa civile, bensì in
veste di imputato d'omicidio
colposo.
E quando Cary Rossington aveva
accettato l'incarico senza manco
sognarsi di richiedere un sostituto,
chi in città aveva detto un ba? Chi
nell'amena cittadina di Fairview
aveva detto un ba? Nessuno, un
accidente di nessuno! Nessun ba.
Dopo tutto, chi era la parte lesa?
Un mucchio di zingari cenciosi e
nient'altro. Prima fossero usciti da
Fairview, meglio sarebbe stato.
Prima avessero ripreso il cammino
sui loro scassati carrozzoni con la
sigla «nomadi» sugli adesivi vicini
alla targa, prima sarebbe tornata la
pace. Prima...
Dimagra.
Heidi sbuffo il fumo dal naso e
disse: «Vai a cagare, tu e l'attività
immobiliare. Ti conosco troppo
bene.»
Billy non stentava a crederlo. E
nemmeno stentava a credere che
anche lei stesse pensando a ciò a cui
lui pensava. Era troppo pallida.
Dimostrava tutti i suoi trentacinque
anni, e non le capitava spesso. Si
erano sposati molto giovani, e lui
non aveva mai dimenticato quel
venditore a domicilio che una volta
aveva chiesto a Heidi se la mamma
era in casa.
«D'accordo, d'accordo,» disse lui,
«ma la cosa non mi toglie appetito.»
Ed era certamente vero. Angoscia o
non angoscia, aveva fatto scempio
delle uova strapazzate, e della
pancetta non rimaneva traccia.
Bevve metà della sua spremuta
d'arancia ed elargì a Heidi un gran
sorriso alla Billy Halleck dei tempi
migliori. Lei tentò di restituirglielo,
ma con scarso successo. Billy se la
immaginò con un cartello in mano:
«IL MIO APPARATO
SORRIDENTE È
MOMENTANEAMENTE FUORI
SERVIZIO.

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