Via Crucis – Gianluigi Nuzzi

SINTESI DEL LIBRO:
Le piaghe del Vaticano
È il pomeriggio del 12 settembre 1978. Dopo appena diciotto giorni
di pontificato, papa Giovanni
Paolo I scopre che all’interno della curia si muove una potente lobby
massonica con centoventuno
iscritti. La notizia che riceve è sconvolgente. Cardinali, vescovi e
presbiteri non seguono le parole
del Vangelo ma rispondono al giuramento della fratellanza muratoria.
Una situazione intollerabile.
Così, il 19 settembre, il nuovo pontefice inizia a preparare un piano
di riforma radicale della curia.
Nel tardo pomeriggio del 28 settembre convoca il segretario di Stato,
il potente cardinale JeanMarie Villot, per informarlo dei cambiamenti che intende realizzare.
Ha pronta una lista di alti
porporati da rimuovere. Una vera rivoluzione. I primi nomi sono quelli
di Paul Casimir Marcinkus, il
monsignore che dirige lo Ior, la banca del Vaticano, e dei suoi più
stretti collaboratori: Luigi Mennini
e Pellegrino de Strobel. Provvedimenti analoghi saranno presi anche
nei confronti del segretario
dell’istituto, monsignor Donato De Bonis. Sono tutti troppo legati ai
discussi banchieri Michele
Sindona e Roberto Calvi. Per questo vanno rimossi, dovranno
andarsene dalla curia l’indomani
stesso.
Tra le altre figure di spicco da sostituire ci sono l’arcivescovo di
Chicago, cardinale John Patrick
Cody, e il vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti. Lo stesso cardinale
Villot è destinato a essere
allontanato. La discussione con il segretario di Stato dura oltre due
ore, fino alle 19.30. L’indomani
all’alba suor Vincenza Taffarel trova il pontefice privo di vita nel suo
letto. Giovanni Paolo I lascia
sulla scrivania il suo ultimo discorso: avrebbe dovuto leggerlo
davanti ai procuratori della
Compagnia di Gesù, l’ordine dei Gesuiti, attesi in udienza per il
giorno successivo, il 30 settembre.
È il 3 luglio 2013, ricorre la festa di san Tommaso. Come ogni
mattina papa Francesco si sveglia
all’alba nella stanza 201, una delle poche suite della Casa di Santa
Marta, il pensionato dove ha scelto
di vivere da quando è stato eletto, rifiutando di trasferirsi nei sontuosi
appartamenti pontifici e
rompendo fin da subito ogni consuetudine e formalità. Tutto sembra
scorrere nella più assoluta
normalità con le preghiere e la celebrazione della messa nella
cappella della residenza. Durante la
funzione il papa usa una potente metafora: «Quello che Gesù ci
chiede di fare con le nostre opere di
misericordia è ciò che ha chiesto anche san Tommaso: bisogna
entrare nelle piaghe», poi una piccola
colazione frugale. Ma non sarà un giorno qualsiasi. A quasi quattro
mesi dal conclave è giunta l’ora
di avviare la profonda opera di riforma promessa ai cattolici di tutto il
mondo.
È l’inizio di una guerra. Una guerra ancora in corso, chiusa nelle
segrete stanze dei palazzi vaticani.
Questo libro la racconta con documenti finora mai resi pubblici e con
le prove del gigantesco e
all’apparenza inarrestabile malaffare che il pontefice sta sfidando
con un coraggio e una
determinazione unici.
Francesco è atteso alla riunione convocata per discutere il bilancio
della Santa sede. È una riunione
riservata, alla quale, come di consueto, partecipano i cardinali del
Consiglio per lo studio dei
problemi organizzativi ed economici della Santa sede, la struttura
presieduta dal segretario di Stato in
Vaticano, Tarcisio Bertone. La presenza del papa non è richiesta ma
lui vuole esserci. Ha qualcosa di
urgente da comunicare al gotha della Chiesa schierato al completo.
In quella riunione Francesco farà
emergere tutte le piaghe del Vaticano, segnando così una rottura
senza precedenti tra il vecchio e il
nuovo corso. Una rottura dalle conseguenze ancora oggi
imprevedibili.
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