Il bacio del risveglio – Lara Adrian

SINTESI DEL LIBRO:
La donna pareva del tutto fuori posto nella sua blusa bianca
immacolata e pantaloni avorio su misura. Lunghi capelli scuri color
caffè le ricadevano sulle spalle in onde folte, nemmeno una singola
ciocca disturbata dall'umida foschia sospesa nell'aria della foresta.
Portava eleganti tacchi alti, che non parevano averle impedito di
scalare un sentiero boschivo che invece aveva messo a dura prova
gli altri escursionisti, ansanti nell'umida calura di luglio.
Sulla vetta del ripido pendio, attendeva all'ombra di una massiccia
formazione rocciosa coperta di muschio, senza neanche sbattere le
palpebre mentre mezza dozzina di turisti la superava, alcuni dei
quali scattavano foto del panorama al di là . Non la notarono. D'altra
parte, non molti riuscivano a vedere i morti.
Nemmeno Dylan Alexander voleva vederla.
Non incontrava una donna morta da quando aveva dodici anni.
Vederne una ora, vent'anni dopo e nel mezzo della Repubblica
Ceca, era molto più che sconvolgente. Cercò di ignorare
l'apparizione, ma mentre risaliva il sentiero con le sue tre compagne
di escursione, gli occhi scuri della donna la trovarono e si fissarono
su di lei.
Tu mi vedi.
Dylan finse di non sentire il sussurro carico di elettricità statica che
proveniva dalle labbra immobili del fantasma. Non voleva far capire
all'essere che poteva vederlo. Era passato così tanto tempo
dall'ultimo di questi incontri bizzarri che si era dimenticata del tutto
com'erano.
Dylan non aveva mai compreso la sua strana capacità di vedere i
morti. Non era mai stata in grado di fidarsi di essa o di controllarla.
Poteva stare nel mezzo di un cimitero e non vedere nulla, poi
all'improvviso ritrovarsi a tu per tu con uno degli estinti, proprio come
ora, qui sulle montagne a circa un'ora da Praga.
I fantasmi erano sempre donne. Sempre giovani e palpitanti, come
quella che la fissava ora con un'inconfondibile disperazione negli
occhi esotici color castano intenso.
Tu devi sentirmi.
Quell'affermazione era permeata di un forte accento ispanico e il
tono era supplichevole.
«Ehi, Dylan. Vieni qui e lascia che ti faccia una foto accanto a questa
roccia.»
Il suono di una voce vera, reale, riscosse Dylan e distolse la sua
attenzione dalla bellissima donna morta in piedi nel vicino arco di
arenaria erosa dal tempo. Janet, amica di Sharon, la madre di Dylan,
frugò nello zaino e tirò fuori una macchina fotografica. Quel viaggio
estivo in Europa era stata un'idea di Sharon: sarebbe stata la sua
ultima avventura, ma il cancro era tornato a marzo e stavolta la
chemioterapia non stava nemmeno intaccando la malattia. Sharon
era ancora all'ospedale e, su sua insistenza, Dylan era partita al
posto suo.
«Fatto» disse Janet, catturando un'istantanea di Dylan e dei
torreggianti pilastri di roccia nella valle boscosa sottostante. «Di
certo tua madre amerebbe questo posto, tesoro. Non è
mozzafiato?»
Dylan annuì. «Le manderemo le foto per email stasera appena
tornate all'ostello.»
Guidò il gruppo lontano dalla roccia, non vedendo l'ora di lasciarsi
alle spalle quella sussurrante presenza ultraterrena. Foglie color
ruggine e aghi di conifere si frantumavano sull'umido sentiero sotto i
loro piedi. Quella mattina aveva piovuto, poi era subentrato un caldo
soffocante che aveva tenuto lontani molti dei turisti.
La foresta era silenziosa, pacifica... Tranne per la consapevolezza di
occhi spettrali che seguivano ogni passo di Dylan sempre più in
profondità nel bosco.
«Sono così contenta che il tuo capo ti abbia lasciato prendere le
ferie per venire con noi» disse una delle donne dietro di lei sul
sentiero. «So quanto lavori sodo al giornale, a inventare tutte quelle
storie...»
«Non le inventa, Marie» la rimbrottò gentilmente Janet.
«Dev'esserci un fondo di verità negli articoli di Dylan, altrimenti non
potrebbero stamparli. Non è vero, tesoro?»
Dylan ridacchiò. «Be', considerando che in prima pagina abbiamo
sempre almeno una storia di rapimenti alieni o di possessioni
demoniache, abbiamo la tendenza a non lasciare che i fatti
interferiscano con una buona storia. Pubblichiamo pezzi di
intrattenimento, non giornalismo d'assalto.»
«Tua madre dice che un giorno diventerai una famosa reporter»
disse Marie. «Un Woodward o un Bernstein in erba, ecco cosa
dice.»
«Già » si inserì Janet. «Sai, mi ha mostrato un articolo che hai scritto
durante il tuo primo lavoro per un giornale, appena uscita dal
college: avevi scoperto un tremendo caso di delitti su al Nord. Ti
ricordi, vero, tesoro?»
«Sì» disse Dylan, conducendole verso un altro ampio ammasso di
alte torri di arenaria che si levavano in mezzo agli alberi. «Mi ricordo.
Ma è stato molto tempo fa.»
«Be', qualunque cosa tu faccia, so che tua madre è molto orgogliosa
di te» disse Marie. «Hai portato parecchia gioia nella sua vita.»
Dylan annuì, sforzandosi di trovare la voce. «Grazie.»
Sia Janet che Marie lavoravano con sua madre al centro assistenza
donne di Brooklyn. Nancy, l'altro membro del loro gruppo, era stata
la migliore amica di Sharon fin dalle superiori. Tutte e tre le donne
erano diventate come una famiglia allargata per Dylan negli ultimi
mesi. Altre tre paia di braccia che fornivano un conforto di cui lei
avrebbe avuto davvero bisogno, se avesse perso sua madre.
Nel suo cuore, Dylan sapeva che era più una questione di quando
che non di se. La ricaduta era giunta rapida e il cancro si era
dimostrato ancora più inesorabile della prima volta.
Nancy raggiunse Dylan e le rivolse un sorriso affettuoso, per quanto
triste. «Per Sharon significa moltissimo che tu abbia intrapreso
questo viaggio al posto suo. Lo stai vivendo per lei, lo sai?»
«Lo so. Non me lo sarei perso per niente al mondo.»
Dylan non aveva detto alle sue compagne di viaggio - o a sua madre- che partire per due settimane con così poco preavviso
probabilmente le sarebbe costato il posto. C'era una parte di lei a cui
non importava affatto. Comunque odiava lavorare per quel rotocalco
scadente. Aveva provato a far bere al suo capo l'idea che era certa
di tornare dall'Europa con del materiale decente... Forse una storia
sul Bigfoot della Boemia oppure un avvistamento di Dracula fuori
dalla Romania.
Ma vendere stronzate a un tizio che lo faceva per mestiere non era
un compito semplice. Il suo capo era stato piuttosto chiaro sulle sue
aspettative: se Dylan fosse partita per questo viaggio, avrebbe fatto
bene a tornare con qualcosa di grosso, oppure poteva proprio non
tornare affatto.
«Wow, fa caldo quassù» disse Janet, togliendosi il cappellino da
baseball dai corti riccioli argentei e passandosi la mano sulla fronte.
«Sono l'unica mezza calzetta in questo gruppo o qualcun'altra
gradirebbe riposare un po'?»
«A me piacerebbe fare una pausa» convenne Nancy.
Si tolse lo zaino dalle spalle e lo posò per terra sotto un alto pino.
Marie si unì a loro, lasciando il sentiero e prendendo una lunga
sorsata dalla sua bottiglia d'acqua.
Dylan non era affatto stanca. Voleva continuare a muoversi. Per le
arrampicate e le formazioni rocciose più sbalorditive dovevano
camminare ancora un po' Avevano messo in programma un solo
giorno per questa parte del viaggio, e Dylan voleva coprire più
terreno possibile.
E poi c'era la questione della bellissima donna morta che ora si
trovava davanti a loro sul sentiero. Fissava Dylan, con l'energia che
andava e veniva dalla sua forma visibile.
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