Mai più senza te – Lisa Destiny

SINTESI DEL LIBRO:
Due anni dopo …
Ero seduta sul mio letto a fissare la sveglia.
Da quanto tempo ero imbambolata a fissare le lancette?
Un’ora? Due?
Sprofondai sul materasso e sbuffai.
Addio sole, addio mare, addio mia adorata libertà.
Quel giorno sarebbe iniziata la scuola, avrei frequentato l’ultimo anno di
liceo e avrei rivisto i miei amici.
Amici…
Un pensiero improvviso mi fece saltare giù dal letto e correre alla finestra
della mia stanza.
Mi creai uno spiraglio attraverso le tende e sbirciai fuori. Dritto di fronte a
me dove c’era la stanza di Alex.
Mi morsi un labbro, nervosa.
Dannazione!
Non lo vedevo da tre mesi perché lui aveva trascorso l’intera estate nella
villa al mare dei suoi. Chissà se era ritornato…
Okay, ora vi starete chiedendo: non sarebbe più semplice chiamarlo o
andare da lui per sapere se è a casa?
La risposta è: sì, lo sarebbe… se io ed Alex fossimo ancora migliori amici.
Da quella sera di due anni prima il nostro rapporto si era freddato. Lui non
era più dolce e carino come un tempo. Era diventato silenzioso, chiuso, a
tratti ombroso.
Non riuscivo a non collegare quel suo cambiamento alla misteriosa sera.
Dopo che Alex era fuggito via, lo avevo raggiunto in casa. Gli avevo
chiesto il motivo della sua angoscia e del suo turbamento.
Mi aveva cacciata.
Mi aveva gridato di andare via.
Di stare lontana da lui.
Pensavo che fossero le parole rabbiose dette in un momento difficile, ma il
giorno successivo, quando lo avevo ricercato, me ne aveva gridate anche di
più feroci.
Mi aveva ferita così tanto, che gli avevo voltato le spalle e lo avevo lasciato
lì, da solo.
I giorni immediatamente successivi, mi aspettavo che mi cercasse, che
chiarisse con me, che mi parlasse.
Non era successo nulla di tutto ciò.
Alex si era allontanato da me senza una ragione, senza una spiegazione.
Da un giorno all’altro non ero più la sua migliore amica.
Da allora, non ci rivolgevamo che fugaci sguardi, stentati saluti e poche
parole.
Il ricordo della nostra passata amicizia mi fece venire un groppo alla gola.
Io ed Alex eravamo cresciuti insieme. Eravamo coetanei, i nostri genitori
erano amici da tempo e le nostre madri ci avevano partorito a quattro mesi
di distanza.
Sin dal giorno in cui avevo imparato a camminare eravamo stati
inseparabili.
Io ed Alex avevamo giocato nello stesso box per bambini e condiviso
pupazzi e giocattoli.
Avevamo imparato a nuotare e a guidare l’auto insieme.
Avevamo frequentato le stesse scuole e ci eravamo aiutati a vicenda nei
compiti.
Eravamo stati amici per la pelle… fino a quel giorno di due anni prima.
Era normale che ci stessi ancora un po’ male, no? Così, com’era normale
che fossi stata innamorata di lui.
Sì, lo ammetto. Avevo amato il mio migliore amico fino all’età di sedici
anni. Forse mi ero innamorata di Alex lo stesso giorno in cui ero venuta al
mondo e avevo posato lo sguardo su di lui.
Era stato il mio primo amore. Quello che non riesce a conoscere di meglio e
non vuole farlo. Quell’amore unico e irripetibile.
Fortunatamente, col tempo ero riuscita ad andare avanti.
Certo, per il resto della mia vita avrei pensato ad Alex con affetto, come si
pensa al primo animale domestico, alla prima auto, al primo cellulare.
Le prime esperienze ti restano nel cuore. Ma ero sicura che fossero le
ultime a conquistarlo.
Ed io sapevo che prima o poi avrei trovato l’ultimo amore e sarei stata per
sempre con lui.
Alex avrebbe rappresentato soltanto il passato.
Okay, forse in quel momento mentre ero alla finestra a spiare la sua camera
e, a sperare di rivederlo non sembrava che me lo fossi lasciato alle spalle.
Ma giuro, era così.
<<Che stai facendo?>>
Sobbalzai alla voce di mio fratello.
Cazzo, mi aveva appena vista in versione stalker.
Finsi un sorriso e lisciai una tenda ridacchiando <<Ehm, Kyle… la stoffa si
era incastrata nelle portefinestre e la stavo sistemando>>
Mi scrutò in viso con quei suoi occhi nocciola luminosi e scosse la testa
bionda, divertito.
Era evidente che non ci avesse creduto.
<<D’accordo ma fa’ presto a prepararti o farai tardi a scuola>>
Annuii imbarazzata.
Kyle aveva soltanto tredici anni ed era molto più responsabile di me.
Corsi all’armadio, e afferrai i nuovi vestiti che avevo comperato qualche
settimana prima.
Quell’estate avevo deciso di cambiare il mio look, e così avevo dato ad un
ente di beneficenza locale tutti i miei abiti da maschiaccio per optare ad uno
stile molto più femminile.
Avevo anche fatto un bel taglio alla moda invece di tenere sempre la coda.
Dovevo ammettere che il risultato non era niente male.
Sembravo diversa: più bella, più donna.
Chissà cosa avrebbe pensato Alex quando mi avrebbe visto e…
Ma che diavolo sto pensando?!
Scossi la testa.
Afferrai i vestiti e mi diressi al bagno.
Dopo aver fatto una doccia veloce, indossai dei jeans aderenti e una maglia
con lo scollo a V.
Mi pettinai i capelli e mi guardai allo specchio.
Avevo gli stessi lineamenti mediterranei di mio padre, la carnagione
olivastra e i capelli neri, che io portavo lunghi e lisci. Gli occhi blu grandi
invece, li avevo ereditati da mia madre.
Dopo aver applicato il mascara mi trascinai al piano inferiore, in cucina.
Mia madre stava preparando dei pancake con quella sua energia
caratteristica, mentre mio padre seduto sullo sgabello di fronte a lei, la
fissava con quel tipico sorriso innamorato.
Al rumore dei miei passi si voltarono a fissarmi <<Buongiorno, Kimmy>>
<<’Giorno>> mi avvicinai a loro, presi un pezzo di pancake e me lo portai
alla bocca.
Strizzai gli occhi e feci una smorfia disgustata per quel sapore amaro
<<Mamma, hai dimenticato lo zucchero>> sbuffai.
Lei mi rivolse un sorriso colpevole.
Mia madre non era mai stata brava ai fornelli, motivo per cui di solito
facevo colazione al bar e vivevo di pizza.
Mio padre tagliò un pezzo di pancake e lo mangiò <<Per me è ottimo>>
Scoppiai a ridere.
Come poteva l’amore far dire certe fesserie?
<<Ah, dimenticavo>> esclamò mia madre, portandosi una ciocca di capelli
biondi dietro l’orecchio <<Stasera ceniamo dai Kane. Elena ha organizzato
una cena speciale prima che Rose parta per il college>>
Annuii.
Rose era la figlia di Kelly e Daniel - alcuni amici, dai tempi del college, dei
miei genitori - e le volevo un gran bene. Così come ne volevo ai fratelli
Kane.
Eravamo come una grande famiglia.
<<Okay, mamma. Ora vado, però. Ci vediamo stasera>> le dissi, dandole
un bacio sulla guancia.
Salutai mio padre e mio fratello ed uscii fuori.
Il vento di fine agosto mi carezzò le braccia nude e mi fece volare i lunghi
capelli scuri.
Sentii Rainy abbaiare e corrermi incontro scodinzolando.
Rainy era un adorabile meticcio di taglia media, pelo corto e di colore
bianco con qualche macchia beige.
Io ed Alex l’avevamo trovato otto anni prima, al parco. Quel giorno c’era
una gran temporale così, io e il mio migliore amico avevamo deciso di
portarlo a casa con noi.
Mi chinai sui talloni e lo accarezzai <<Ciao, piccolino>>
Rainy saltellò sulle zampe posteriori e mi leccò, felice.
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