Eroi in battaglia – Simon Scarrow

SINTESI DEL LIBRO:
Novembre 2013, Kent
«Perché dovrei farlo, professoressa?».
Anna stava tornando verso la cattedra, davanti ai banchi della classe del
primo anno delle superiori, e si girò in direzione della voce. Jamie Gould la
fissava con un espressione interrogativa. Lei era consapevole del fatto che
diversi altri alunni avevano staccato gli occhi dal proprio foglio, in attesa di
scoprire come avrebbe reagito. Anna conosceva abbastanza quella classe da
aver già stabilito quali fossero gli individui indisciplinati, e quali quelli
semplicemente poco intelligenti; e Jamie era uno di quelli. Si mise subito in
guardia.
Si schiarì con delicatezza la gola. «Fare cosa, di preciso, Jamie?»
«Questo». Jamie accennò al foglio del compito, e i suoi capelli neri e
ondulati scintillarono per un attimo, cogliendo un riflesso di luce. Non si
poteva negare che fosse un bel ragazzo, e Anna sapeva che molte delle
ragazze della classe erano attratte da lui. Tra loro, purtroppo, c era anche
Amelia Lawrence, un alunna studiosa che di certo avrebbe ottenuto il
massimo dei voti in storia, sempre che scegliesse quella materia per il
General Certificate of Secondary Education. E Anna sperava che lo facesse.
Sentiva di dover proteggere Amelia nel modo in cui le insegnanti di solito
facevano con le studentesse che ritenevano in grado di costruirsi un futuro
decente, senza dover sopportare il peso di figli, fidanzati o, Dio non volesse,
mariti e compagni come Jamie Gould.
«Questo compito fa parte del processo di valutazione, Jamie», replicò
Anna, in tono paziente. «Devi completare gli esercizi, così che io possa
capire quanto tu abbia imparato di questo argomento».
«Ma è noioso, professoressa».
Anna sorrise. «Non ci sono garanzie che tutto ciò che si impara a scuola sia
divertente. In alcuni casi, è semplicemente importante. E sono certa che lo
capiresti, se avessi prestato attenzione all argomento, Jamie».
Ci fu un attimo di silenzio, e lei vide il lampo di ostilità negli occhi del
ragazzo, pentendosi subito della sua risposta ironica. Ad Anna non piacevano
gli insegnanti che provavano soddisfazione nell umiliare i propri studenti.
Come se potesse esserci qualcosa di piacevole nel mortificare un essere
umano più giovane, meno istruito e con meno esperienza. Eppure, era proprio
ciò che aveva fatto in quel momento. Quasi d istinto. Non aveva scuse, e si
rimproverò per questo.
«Perché dovrei prestare attenzione, professoressa?». Jamie posò la penna
con un rumore brusco e si appoggiò allo schienale della sedia, allungando le
gambe. «La storia è noiosa. Non ha alcun senso. Perché dobbiamo studiarla?
Non mi servirà affatto, una volta che avrò lasciato questa discarica di scuola».
E quel giorno non arriverà mai troppo presto, mio caro Jamie. Anna si
avvicinò al banco che il ragazzo condivideva con altri cinque, scelti con
attenzione per circondarlo di modelli positivi, come se quel genere di
attitudine allo studio potesse essere contagioso, poi. Mantenne un espressione
neutra, mentre incrociava il suo sguardo ribelle, cercando di decidere in tutta
fretta come affrontare quell ultimo attacco alla sua autorità.
«Oh, cielo, ne hai sollevate di questioni. Da dove dovrei cominciare?»
«Dovrebbe saperlo lei, professoressa. È lei l insegnante di storia». Jamie si
guardò intorno, mentre qualche alunno ridacchiava in tono nervoso, e altri
osservavano la discussione con una certa curiosità. Anna notò le labbra di
Amelia che si sollevavano in un sorriso, mentre guardava Jamie. Quel
sorriso, per quanto fosse un gesto minimo e istintivo, ferì l insegnante, che
tornò a voltarsi verso il ragazzo con un espressione fredda sul viso.
«Sì, sono la tua insegnante, ed è mio compito cercare di insegnarti
qualcosa. Per il tuo bene. Cosa vuoi fare nella vita, dopo che te ne sarai
andato da qui, Jamie?»
«Voglio fare qualcosa di interessante. Un lavoro ben pagato. Non come gli
insegnanti». Fece una pausa. «Quello è un lavoro noioso».
«Capisco. Noioso, eh?». Aveva così tante risposte che le riecheggiavano
nella testa. La prima, ma anche la più necessaria da trattenere, era che quell
arrogante adolescente, se avesse continuato così, avrebbe lasciato la scuola
con voti così bassi da chiedersi cosa ci avrebbe fatto, con l attuale recessione.
Poi c era la volontà di spiegargli cosa significasse l istruzione. E quanto fosse
importante per lui come per tutti. E quanto fosse collegata a una qualsiasi
forma di vita civile. Anna decise, tuttavia, che sarebbe stato meglio limitarsi a
un argomentazione più ristretta.
«Hai detto che la storia è noiosa».
«Noiosa, sì», annuì lui. «Sono cose che sono successe. Molto tempo fa.
Non possiamo cambiarle. Per me non significa nulla. E non può significare
nulla per nessuno che vive nel presente. Non dovremmo perdere tempo con
queste sciocchezze». Puntò l indice contro il foglio, dove Anna vide che le
sue risposte si limitavano a poche parole scribacchiate con rabbia negli spazi
previsti. Lungo un margine, c era uno scarabocchio a matita.
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