Le piume dei dinosauri – Sissel-Jo Gazan


SINTESI DEL LIBRO:
ANNA Bella sognava di essere stata lei a scoprire l’Archaeopteryx.
A un certo punto del sogno, ebbe la sensazione che qualcosa non andava
per il verso giusto. Indossava la solita giacca militare foderata di pelliccia, e
calzava robusti stivali di pelle con suola di gomma. Friedemann von Molsen,
il capo, non appariva sorpreso dal suo abbigliamento, benché fosse il 1877 e
lui si presentasse invece vestito di tutto punto con un tre pezzi di velluto a
coste, completo di gilè e orologio da tasca, berretto di lana calcato n sulle
orecchie e pipa in bocca.
Si trovavano nelle cave di calcare litogra co di Solnhofen, a nord di
Monaco, e oltre che da Anna e da von Molsen la spedizione era composta da
due portatori locali, da un paio di altri studenti e inne dal cane color
cognac del capo, anch’esso chiamato Anna Bella: un dettaglio, nel sogno,
davvero irritante. Nonostante fosse piombata in un momento storico in cui
qualsiasi uomo di scienza avrebbe voluto trovarsi sopra ogni altra cosa,
Anna non riusciva ad apprezzare gli aneddoti di von Molsen.
Ogni volta che questi si accingeva a dire qualcosa, si strappava la pipa di
bocca e la puntava in direzione dell’Inghilterra. Era Darwin a disturbare il
suo ordine. In quel periodo l’evoluzionismo cominciava a prendere piede,
ma c’era ancora grande disaccordo sul meccanismo che stava alla sua base.
Von Molsen era tanto entusiasta della teoria dell’evoluzione in sé, quanto
categorico nel confutare l’idea secondo cui a mettere in moto l’evoluzione
fosse la selezione naturale.
Era un uomo che incitava alla curiosità nei confronti dei fenomeni
scienti ci, sottolineando come fosse del tutto naturale fare la parte
dell’avvocato del diavolo per stimolare un pro cuo dibattito. A condizione,
però, di ri utare a priori la teoria darwiniana dello spinarello, quella che nel
giro di qualche decennio sarebbe diventata senso comune. Secondo tale
teoria, tutti gli organismi viventi si erano sviluppati dallo stesso punto di
partenza, e le differenze morfologiche, siologiche e comportamentali degli
individui dipendevano soprattutto dallo spirito di adattamento e da quello
di sopravvivenza. Quale poteva essere la conseguenza di questo
ragionamento? Von Molsen la incitò a rispondere indicandola
all’improvviso con la pipa, ma la ragazza non fece in tempo a dire la sua. La
conseguenza, proseguì infervorandosi, era che il patrimonio genetico non
restava costante. Poteva cioè essere modi cato, senza che nessuno fosse in
grado di stabilire in anticipo da che cosa e in che modo, come se tutto, la
natura e l’esistenza stessa, non fossero soggette che al caso, come se
procedessero alla cieca. Diamine, era una follia!
Nel corso di una ormai celebre conferenza all’Università di Oxford,
Darwin aveva sostenuto che le grosse lacune nelle testimonianze fossili degli
uccelli fossero dovute esclusivamente al fatto che i fossili stessi non erano
stati ancora trovati. Una volta che ciò fosse avvenuto, ed era solo questione
di tempo, il mistero dell’evoluzione con tutti gli annessi e connessi sarebbe
stato svelato. Quell’uomo doveva essere pazzo, aveva ribadito von Molsen,
osservando la ragazza con attenzione.
Al quinto giorno di spedizione Anna si era messa in testa di
impressionare tutti con la sua abilità nel gioco degli scacchi. Per fare la
partita avevano utilizzato la piccola scacchiera e le pedine di avorio che il
capo aveva estratto come per magia dalla giacca. In quella circostanza, Anna
aveva tuttavia fatto la gura della stupida, perché nel tentativo di sostenere il
punto di vista di Darwin, aveva accennato a un fossile che sarebbe stato
rinvenuto solo settantaquattro anni più tardi, nel 1951; e, come se non
bastasse, per coprire una simile gaffe era scivolata su un terreno ancora più
indo, nominando il dinosauro piumato della Cina, che i paleontologi di
quel Paese avrebbero scoperto e descritto addirittura nel 2000. A quell’uscita
von Molsen si incollerì a tal punto che scagliò lontano dalla scacchiera la
propria regina: Anna avrebbe voluto sprofondare. Era di scienza che stavano
parlando, non di sciocchezze senza importanza, aveva detto l’uomo
recuperando la pedina. A quel punto Anna aveva lasciato perdere. In fondo,
era solo un sogno.
Da quel momento in poi l’umore della ragazza si era fatto sempre più
cupo, nché la mattina in cui von Molsen, allegro e spumeggiante, aveva
ricominciato a lanciare i suoi strali contro l’Inghilterra, decise che per
quanto la riguardava, quello sarebbe stato il suo ultimo giorno di spedizione.
Voleva rientrare a Monaco e fare nalmente un pasto come si deve; poi da lì
avrebbe preso il treno per Berlino e proseguito alla volta di Copenaghen. Si
stropicciò gli occhi cercando di svegliarsi, ma il vento mulinava
incessantemente sulla pianura bavarese, von Molsen aveva fatto un giro di
90 gradi verso nord, in landosi di nuovo la pipa in bocca e inne, in
lontananza, Anna vide un coniglio annusare un paio di ossa prima di
scomparire in un cespuglio. Fece un lungo sospiro.
La mattina dopo, al risveglio, correva l’anno 2007, e Anna era una
studentessa della facoltà di Scienze naturali di Copenaghen, prossima alla
laurea in Biologia cellulare e anatomia comparata. Vi aveva trascorso tutto
l’anno a scrivere la tesi su una disputa scienti ca che durava da un secolo e
mezzo: gli uccelli erano una sorta di moderni dinosauri, oppure
discendevano da un rettile primitivo ancora più antico?
Nel giro di due settimane avrebbe dovuto discutere la tesi e dare l’esame di
laurea.
Da un punto di vista storico, le controversie scienti che erano abbastanza
comuni. Si era dibattuto a lungo se la Terra fosse piatta o rotonda, se l’uomo
fosse imparentato con le scimmie, quale fosse lo status della Via Lattea in
relazione al resto dell’universo. E così come con foga si era discusso di questi
argomenti, con altrettanta rapidità ogni controversia era cessata nel
momento in cui erano state raccolte prove sufficienti a dimostrare l’una o
l’altra tesi. La Terra è rotonda; l’uomo è un primate; e la Via Lattea, com’è
noto, è composta principalmente da enormi stelle di fuoco. Ma il dibattito
sull’origine degli uccelli era evidentemente un’altra storia. Non accennava a
placarsi, sebbene dal punto di vista scienti co non ci fosse nulla da
discutere.
Il sogno continuava. Von Molsen si riempì di nuovo la pipa e un delizioso
aroma di tabacco solleticò le narici di Anna. Nel frattempo qualcuno
preparò il caffè e lei vide e sentì Daniel, uno degli altri studenti, trafficare
con una pentola. Stava dicendo qualcosa mentre si tirava su i pantaloni, che
avevano la tendenza a cadergli. Cinque settimane prima, quando erano
cominciati gli scavi, era bene in carne, ma da allora in poi si era nutrito
come tutti gli altri di fagioli, zuppa, cavoli e caffè. Anna aveva il sospetto che
Daniel fosse, in segreto, parecchio scettico riguardo alla contrarietà di von
Molsen verso il concetto di selezione naturale. Il giorno in cui lei aveva
accennato con incauto fervore ai due fossili che in realtà non erano stati
ancora scoperti, si era scambiata una breve occhiata con Daniel, e aveva
avuto l’impressione di cogliere qualcosa nei suoi occhi. Il ragazzo non era
affatto convinto che la teoria evoluzionista di Darwin fosse completamente
sballata, come sostenevano alcuni anziani e autorevoli scienziati
contemporanei.
Anna capiva benissimo le perplessità. Per molti secoli il concetto di base
era stato che Dio aveva creato tutti gli esseri viventi, dalle bestie alle piante, e
che perciò il gatto e il topo, il faggio e l’acero non erano imparentati tra loro
più di quanto il deserto non lo fosse con la volta celeste e il sole con la
rugiada sull’erba.
Tutto era opera del Signore, di conseguenza nessun elemento poteva
trasformarsi in un altro, così come animali e piante non potevano certo
estinguersi, a meno che non fosse Dio stesso a decidere di mettere fuori
produzione qualche esemplare. Per quanto riguardava gli uccelli, dunque, il
punto fermo era che il passerotto non poteva essere imparentato né con lo
storno né con il fenicottero né con altri volatili. Inoltre gli uccelli, come
specie, non avevano nulla a che vedere né con i dinosauri, né con i rettili né
con altri animali. Dio li aveva creati dotandoli di un’aerodinamica avanzata e
poi li aveva collocati sul pianeta. Voilà.
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