Storie della storia del mondo  – Laura Orvieto

SINTESI DEL LIBRO:

 Leo era nel piazzale e aveva in mano una pallina. La buttava per aria e
l'acchiappava, e poi la ributtava e la riacchiappava. Lia stava a vedere e la
mamma leggeva.
- Se sei capace di pigliare la palla ti do diecimila lire - disse Leo a Lia.
La mamma alzò la testa dal libro.
- Ma se non le hai, diecimila lire!
- No, ma sono sicuro che Lia non riesce a prendere la palla!
- E se per caso riuscisse, che cosa faresti tu? Dovresti fare come Laomedonte.
- Chi era Laomedonte?
- Era un re.
- E che cosa faceva? - Prometteva senza mantenere.
- Mi racconti la storia di Laomedonte? - domandò Leo.
E la mamma la raccontò.
-Molti e molti anni fa c'era nell'Asia, vicino al mare, una città che si
chiamava Troia.
II re di Troia si chiamava Ilo e aveva fatto fabbricare nella parte più alta della
città palazzi per i principi e case per i soldati e templi dove i Troiani
andavano a pregare; e quel quartiere, che aveva le case
più grandi e ben fatte e le strade più larghe, si chiamava Ilio.
E il re di Troia aveva un figlio, il principe Laomedonte, che era bello e
forte, ma non sapeva mantener le promesse.
Un giorno Ilo morì e Laomedonte divenne re di Troia. Laomedonte pensò:
«Se intorno a Ilio ci fosse un muro, le case e i palazzi e i templi sarebbero
molto più sicuri, perché i nemici non potrebbero mai entrare nella città se
prima non avessero buttato giù un pezzo di muro».
E quand'ebbe pensato così, Laomedonte chiamò al suo palazzo Febo
Apollo, dio del sole, e Poseidone, dio dell'acqua e del mare, e disse:
"Sentite, o dei. Io vorrei fare un muro che girasse tutto intorno a Ilio.
Dovrebbe essere alto e forte, per impedire ai nemici di entrare nella città.
Vorreste fabbricarmelo voi?".
"Te lo fabbricheremo volentieri" risposero Febo Apollo e Poseidone. "Ma
quando il lavoro sarà fatto, ce lo dovrai pagare."
"Ve lo pagherò di certo" rispose Laomedonte. "Ve lo pagherò, e bene. Non
voglio mica farvi lavorare per nulla!"
Febo Apollo e Poseidone si vestirono subito da muratori e si misero
all'opera. Lavora, lavora e lavora, in un anno fabbricarono un muro alto,
grosso, forte, che girava tutt'intorno a Ilio. Poi tornarono dal re.
"Eccoci" dissero Poseidone e Febo Apollo.
"È fatto il muro?" domandò Laomedonte.
"È fatto: gira tutt'intorno alla città; ci son sopra
anche delle torri, è alto e grosso e forte: i nemici non riusciranno mai a
romperlo!"
"Va bene, vi ringrazio" disse Laomedonte. Ma quando Nettuno e Febo
domandarono di essere pagati, le cose non andarono più tanto bene!
Laomedonte non voleva niente affatto mantenere la promessa, trovava cento
scuse per non dar nulla, e finì col dire che non aveva quattrini.
- Ne aveva o non ne aveva? - domandò Leo.
- Forse non ne aveva, ma allora non doveva prometterli. E quando Febo
Apollo e Poseidone insistettero per essere pagati, il re di Troia, Laomedonte,
si infuriò, e li cacciò via in malo modo.
"Se voi non ve ne andate subito" disse Laomedonte "io vi legherò le mani
e i piedi e vi venderò come schiavi in un'isola lontana. Ma prima vi taglierò
con la spada gli orecchi a tutti e due, e vi farò urlare dal dolore. Andatevene
via dunque, andatevene, e subito!"
Poseidone e Febo se ne andarono pieni di rabbia, e Poseidone dio del mare
ordinò al mare di salire sulla terra. Il grano dei campi fu coperto dalle onde:
le strade e le piazze diventarono fiumi e laghi: le case si empirono d'acqua.
Le persone, spaventate, scappavano sui tetti e si lamentavano: i bimbi
piangevano per il freddo e per la fame, perché non avevano niente per
coprirsi e niente da mangiare. E Laomedonte, che era salito coi suoi figlioli
nella stanza più alta del palazzo reale, in cima alla torre, chiamò disperato
Poseidone.
"Poseidone, perdonami! Poseidone, salvami!" Ma Poseidone non si
vedeva, e il mare continuava a
coprire i campi e a riempire le case. "Poseidone, perdonami! Poseidone,
salvami! Salvami e ti darò tutto quello che vorrai!"
Allora nella stanza in cima alla torre, dove il re stava col principe Priamo
suo figlio e la principessa Esione sua figlia, apparve un vecchio. Aveva la
barba lunga e bianca e teneva in mano una specie di forca a tre punte: era
Poseidone, dio del mare.
"Che cosa vuoi per salvarci tutti?" supplicò il re "Noi abbiamo fame, e
tutta la roba è sott'acqua

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