Storia proibita dell’America  – Dario Fo

SINTESI DEL LIBRO:

 I primi uomini erano pescatori
Le prime tracce umane in Florida
risalgono a 25.000 anni fa.
Nella penisola ci sono resti di
insediamenti umani organizzati fin
dal 5000 a.C., ovvero 7000 anni fa, e
di villaggi stanziali, abitati da
popolazioni che vivevano
principalmente di pesci e molluschi
e datati a prima del 3500 a.C. Il fatto
è evidente per la grandissima
quantità di conchiglie e di chele
rinvenute. L’analisi dei resti animali
in un sito costiero, Wightman, nella
Sanibel Island, ha mostrato che più
del 93% delle calorie nel cibo dei
nativi americani proveniva da
creature acquatiche e lumache, meno
del 6% da mammiferi e meno
dell’1% da uccelli e rettili.
Pescatori su piroghe
Villaggio Seminole
Popolo saggio, visto che
generalmente raccogliere granchi è
molto meno pericoloso e faticoso
che dare la caccia agli alligatori.
La pesca ha continuato a essere
per secoli la principale fonte di cibo
di queste popolazioni. Lo provano
anche le testimonianze dei primi
colonizzatori europei. Ad esempio,
Hernando de Escalante Fontaneda,
che fa naufragio agli inizi del
Cinquecento, descrive così i costumi
alimentari delle popolazioni che lo
accolgono: «Il cibo comune è
costituito da pesci, tartarughe,
lumache, tonno e balene, che
catturano nelle loro stagioni».
Nel 1566, quando Pedro
Menéndez de Avilés incontra i
Calusa, le popolazioni che abitavano
quelle terre, gli vengono offerti
pesci e ostriche.
Questo aspetto è particolarmente
importante, perché spiega la
profonda diversità tra la cultura
degli antichi abitanti della Florida e
quella delle altre popolazioni di
cacciatori nomadi del tempo.
La vita del cacciatore è basata sul
valore individuale. E ben presto
alcuni scoprono che può essere
conveniente uccidere per rubare le
prede. Altri tentano di impedire ai
vicini di cacciare nei loro territori. In
questo modo si producono violenze
e vendette, si esaspera
l’individualismo e la competizione
tra guerrieri e si genera un sistema
sociale basato sul potere dei maschi
più abili a combattere. Alcune tribù
scelgono la rapina di beni come
fonte primaria di ricchezza. Si
impadroniscono di cibo, armi e
persone, praticando forme primitive
di schiavismo e dominio feudale su
altre tribù.
La vita dei pescatori-contadini è
invece profondamente diversa.
L’esigenza di scavare canali e di
costruire dighe per catturare e
allevare pesci e molluschi, il
bisogno di fare recinzioni per
proteggere dagli animali coltivazioni
e laghetti di pesca, la scelta di vivere
su palafitte per difendersi dai
predatori, la necessità di
fronteggiare la minaccia di grandi
felini e coccodrilli induce queste
popolazioni a unirsi in gruppi, che
possono superare le tremila persone.
Si creano così villaggi circondati da
mura di legno e pietre e da canali

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