GOLDEN BOY – love never dies – Sara Frattini

SINTESI DEL LIBRO:
Kevin guardò per l’ennesima volta l’ora sul display del cellulare
per poi riportare l’attenzione sul professor Graham.
L’uomo se ne stava seduto sul bordo della scrivania e interagiva
con gli studenti facendo domande, chiedendo opinioni e rivelando
aneddoti sull’opera d’arte proiettata sul grande schermo alle sue
spalle: “Il bacio”, di Gustav Klimt.
Il quadro, con il suo mare di dorato metteva in risalto i capelli
scuri di Cyrus e la sua figura asciutta, che tanto ricordava una di
quelle statua che raffiguravano giovani e aitanti atleti dell’antica
Grecia.
Kevin sospirò poggiando una guancia sul palmo della mano,
tenendo gli occhi sul suo sogno erotico proibito degli ultimi mesi.
Dopo Bradley, aveva avuto solo brevissime storie improntate
esclusivamente sul sesso, ma da quando il professor Graham era
comparso alla UCLA, il suo interesse verso i coetanei era scemato
velocemente fino a trasformarsi quasi in fastidio. Come poteva
provare interesse per superficiali ragazzini che pensavano solo a
bere e a fare sesso, quando con Cyrus avrebbe potuto condividere
la passione per l’arte e avere delle esperienze ben più esaltanti a
letto? Sì, Kevin si sentiva fortunato e con una possibilità in più: il
professor Graham era gay!
Dopo qualche secondo si rese conto di stare sorridendo come
un ebete, ma solo perché nell’aula era calato il silenzio e il
professore lo guardava con un vago sorriso ad aleggiargli sulle
labbra. Gli aveva rivolto una domanda?
«Signor Davis» disse Cyrus mentre gli studenti guardavano
Kevin.
«C-come, professore? Non ho sentito.»
«Mi incuriosiva la sua espressione estasiata mentre guardava “Il
bacio”. Ci renda partecipi delle sue sensazioni» concluse senza che
il sorriso abbandonasse le sue meravigliose labbra.
Kevin si guardò un momento intorno senza sapere
assolutamente cosa dire, sentendosi profondamente in imbarazzo
per essere stato colto con espressione da ebete dal suo professore.
«Io… ecco… penso che mi comunichi… calda estasi» buttò lì la
prima cosa che gli venne in mente.
«Calda estasi» ripeté Cyrus annuendo. «Mi sembrano due
parole assolutamente calzanti per descrivere l’unione tra due
amanti» aggiunse, per poi rivolgere un sorriso enigmatico verso
Kevin.
«È solo un bacio, non un’unione» intervenne un altro studente
attirando l’attenzione del professore.
«Cosa c’è di più intimamente profondo di un bacio?» ribatté
l’uomo.
«Il sesso!» disse un altro facendo ridere l’intera aula.
Cyrus sorrise. «Forse se avesse detto l’amore sarei stato
d’accordo con lei, ma il sesso si può fare con chiunque, anche con
uno sconosciuto, è soltanto un atto fisico; mentre questo…» indicò il
quadro alle sue spalle «… questo è amore… è calda estasi»
concluse guardando di nuovo Kevin.
Kevin tirò un respiro profondo, poi alzò la mano chiusa a pugno
e bussò alla porta dello studio del professor Graham. Dopo qualche
secondo ebbe il permesso di entrare e si affacciò timidamente.
«È permesso?» disse con tono un poco incerto.
«Entri pure, signor Davis» disse Cyrus stando in piedi dietro la
propria scrivania, senza alzare lo sguardo dal portatile appoggiato
sul piano.
Kevin tirò di nuovo un respiro profondo ed entrò chiudendo con
garbo la porta alle spalle.
«Si accomodi» lo invitò il professore continuando a non
guardarlo.
Così il giovane andò a sedersi su una delle due poltroncine
poste di fronte alla scrivania, tenendo la schiena rigida, e la tracolla
dove teneva i libri ben stretta in grembo. Per qualche secondo si
guardò intorno constatando che il professore, anche se si trovava in
quella università dall’inizio dell’anno accademico, ancora non aveva
finito di sistemare tutte le sue cose. Il risultato erano scatoloni sparsi
un po’ ovunque, accatastati uno sull’altro, pareti semi vuote e una
libreria in legno scuro riempita a metà. Riportò gli occhi su Cyrus
Graham, il quale continuava a tacere e a guardare lo schermo del pc
con espressione lievemente corrucciata. All’improvviso sospirò
sedendosi sulla poltrona in pelle verde scuro che aveva alle spalle e
accavallò le gambe guardando Kevin negli occhi.
Lo studente, improvvisamente sotto la sua attenzione, arrossì e
deglutì sentendo la gola improvvisamente arida.
«Le è piaciuta la lezione di oggi, signor Davis?» gli domandò
senza preamboli.
«M-molto… Klimt è uno dei miei artisti preferiti.»
«Anche io lo trovo estremamente affascinante. A Parigi è stata
appena allestita una mostra dove le sue opere, in parte animate,
vengono proiettate su enormi pareti, così lo spettatore si ritrova
immerso totalmente.»
«Deve essere una cosa meravigliosa.»
«In effetti lo è, ecco perché poco prima di Natale partirò per la
Francia. Trascorrerò dieci giorni a Parigi, durante i quali passerò il
mio tempo tra la meravigliosa arte di cui è ricca, e vedrò anche la
mostra su Klimt» concluse accennando un sorriso. «Lei è mai stato a
Parigi, signor Davis?»
«Non ancora, ma spero di andare presto» rispose immaginando
il
bel professore passeggiare tra le caratteristiche vie delle Ville
Lumiere, fermarsi a bere un caffè in uno dei caratteristici bistrot,
perdersi nella contemplazione della maestosa Tour Eiffel, o delle
opere esposte nei numerosi musei.
«Io vado ogni volta che posso. Chi ama l’arte non può non
visitare almeno una volta nella vita la Francia e l’Italia.»
«Sono d’accordo» accennò un sorriso Kevin, rilassandosi un po’.
Cyrus lo guardò in silenzio per qualche secondo, poi disse
lasciando di stucco l’altro. «Le piacerebbe venire?»
«D-dove?» domandò stupidamente, dopo un primo momento di
shock per la proposta appena ricevuta.
«A Parigi» rispose l’altro sorridendo.
«Ah… ehm… io…» non riusciva a pensare lucidamente, quindi
non fece altro che balbettare senza senso.
«L’università mi ha chiesto di accompagnare alcuni studenti del
quarto anno in questa breve gita, se così vogliamo definirla, e visto
che lei è uno dei miei studenti più meritevoli, anche se è solo del
terzo, potrebbe parteciparvi.»
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