All’alba sarò tua – Lisa Kleypas

SINTESI DEL LIBRO:
Win aveva sempre pensato che Kev
Merripen fosse bello, nel modo in
cui possono esserlo un paesaggio
austero o una giornata invernale. Era
un uomo grande e imponente, dai
tratti marcati. I suoi lineamenti
esotici costituivano una cornice
perfetta per gli occhi, così scuri che a
malapena si distinguevano le iridi
dalle pupille. Aveva capelli folti e
neri come l’ala di un corvo e
sopracciglia dritte e decise. E sulla
grande bocca severa aleggiava
sempre un accenno di broncio che
Win trovava irresistibile.
Merripen. Il suo amore, ma mai il
suo amante. Si conoscevano fin da
bambini, da quando era stato accolto
nella sua famiglia. Nonostante gli
Hathaway lo avessero sempre
trattato come uno di loro, lui si
comportava come un servitore e li
proteggeva,
mantenendo
però
sempre un certo distacco.
Merripen si affacciò sulla soglia
della camera e si fermò a osservarla
mentre prendeva alcuni oggetti dal
cassettone e li metteva in una valigia.
Una spazzola, una cartina di forcine,
dei fazzoletti ricamati per lei dalla
sorella Poppy. Mentre infilava il
tutto nella borsa di cuoio, Win era
acutamente
consapevole
della
presenza di Merripen. Sapeva che
cosa si celava sotto quell’immobilità,
perché anche lei provava la stessa
straziante nostalgia.
Il pensiero di lasciarlo le spezzava
il cuore. Eppure non aveva scelta.
Non si era più ripresa da quando
aveva avuto la scarlattina, due anni
prima. Era rimasta esile e fragile,
soggetta a svenimenti, e si stancava
molto facilmente. Polmoni deboli,
avevano decretato i dottori. Non
c’era nulla da fare. Una vita di riposo
a letto, con la prospettiva di una
morte precoce.
Win non era disposta ad accettare
un simile destino.
Desiderava ardentemente stare
bene, godere delle cose che la
maggior parte delle persone davano
per
scontate.
Ballare,
ridere,
passeggiare in campagna. Voleva
essere libera di amare, sposarsi...
avere una famiglia sua.
Con una salute tanto cagionevole,
però, nulla di tutto ciò era possibile.
Ma le cose sarebbero cambiate. Stava
partendo per una clinica in Francia,
dove un giovane e brillante dottore,
Julian Harrow, aveva ottenuto
risultati notevoli con pazienti che
avevano problemi simili ai suoi. I
metodi che usava erano poco
ortodossi, spesso discussi, ma a Win
non importava. Avrebbe fatto
qualsiasi cosa pur di guarire. Perché
altrimenti non avrebbe potuto avere
Merripen.
— Non andare — sussurrò, a
voce talmente bassa che lei fece
fatica a udirlo.
Win si sforzò di mantenere
un’espressione calma, nonostante i
brividi che le scendevano lungo la
schiena.
— Per favore, chiudi la porta —
riuscì a dire. Quella conversazione
andava fatta in privato.
Merripen non si mosse. Aveva il
viso accaldato e gli occhi neri
scintillavano
con
un’intensità
insolita per lui. In quel momento era
in tutto e per tutto un rom, e le sue
emozioni trapelavano più di quanto
solitamente permettesse.
Win andò a chiudere la porta e
lui si scostò al suo passaggio, come
se il minimo contatto tra di loro
potesse sfociare in una tragedia.
— Perché non vuoi che vada? —
gli chiese a voce bassa.
— Non sarai al sicuro, lì.
— Sarò perfettamente al sicuro.
Ho fiducia nel dottor Harrow. I suoi
metodi mi sembrano sensati e ha
ottenuto un buon numero di
successi...
— Ha avuto tanti successi quanti
insuccessi. Ci sono dottori migliori,
qui a Londra. Dovresti provare con
loro, prima.
— Credo di avere probabilità
migliori con il dottor Harrow. —
Win sorrise, fissando gli occhi scuri
e
intensi
di
Merripen,
comprendendo quello che non
riusciva a dire. — Tornerò da te, lo
prometto.
Lui ignorò le sue parole. Ogni
tentativo da parte di Win di portare
alla luce i sentimenti che li univano
si scontrava con una resistenza
granitica.
Non avrebbe mai
ammesso che teneva a lei, né
l’avrebbe mai trattata diversamente
da una fragile invalida bisognosa
della sua protezione. Una farfalla
sotto vetro. Mentre continuava a
dedicarsi ad altre conquiste.
Nonostante la discrezione di
Merripen nelle questioni personali,
Win era certa che parecchie donne
gli si fossero concesse, usandolo per
il
proprio piacere. Qualcosa di
oscuro e feroce le si agitava in fondo
all’anima al pensiero di Merripen
insieme a un’altra donna. Chiunque
la
conosceva sarebbe rimasto
sconvolto dall’intensità del desiderio
che provava per lui. Il più sconvolto
sarebbe stato forse lo stesso
Merripen.
Osservandone
il
volto,
studiatamente privo di espressione,
Win socchiuse gli occhi. “Molto
bene, Kev. Se è questo che vuoi, sarò
stoica. Ci saluteremo in modo
quieto, senza lacrime o piagnistei.”
Dopo si sarebbe disperata in
privato,
sapendo che sarebbe
trascorso un tempo interminabile
prima di rivederlo. Ma era meglio
che vivere in quel modo, sempre
insieme eppure separati, divisi dalla
malattia.
— Bene — disse in tono brusco.
— Presto sarò partita. E non c’è
bisogno che ti preoccupi. Leo si
prenderà cura di me durante il mio
soggiorno in Francia...
— Tuo fratello non è in grado di
prendersi cura nemmeno di se stesso
— replicò Merripen in tono aspro.
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