Ti ho vista – Danneel Rome

SINTESI DEL LIBRO:
Drin!!
Oh no! Eccola lì. La solita sveglia che mi avvertiva dell’inizio di
una nuova giornata universitaria.
Non ne potevo più. Non vedevo l’ora di laurearmi, trovare lavoro e
costruirmi una vita mia. Lontana dal campus, lontana dall’ipocrisia
dei miei compagni e soprattutto lontana da tutti gli stronzi che avevo
conosciuto in quegli anni.
E pensare che l’ultimo anno di liceo io e Rachel non vedevamo
l’ora d’iscriverci all’università per conoscere un sacco di ragazzi
carini.
Già! Per carità, di carini ce n’erano, ma… tutti idioti, tutti alla
ricerca di una sola cosa: il sesso. Cavolo, sembrava davvero che il
mondo girasse intorno al sesso.
Per carità, io non potevo parlarne, vista la mia totale inesperienza
sull’argomento, però…
Diamine! Possibile che per gli uomini non esistesse altro nella
vita?
«Buongiorno! Allora, biondina, com’è andata ieri sera con quel
bruno super muscoloso?» Rachel, la mia compagna di stanza,
nonché migliore amica da quando avevamo cinque anni, uscì dal
bagno, con il solito entusiasmo che la contraddistingueva.
La sua voce squillante mi ridestò dai miei pensieri.
«Come al solito. Il classico ragazzo tutto muscoli e niente
cervello. Non ha fatto altro che parlare della sua Xbox one per tutta
la sera. Oh, e poi, a fine serata, quando mi stavo per congedare, mi
ha chiesto esplicitamente se volevo andare a letto con lui.»
«No! Fai sul serio?» chiese, con la mascella per terra.
«Ti sembra che scherzi? Ad ogni modo… almeno è stato
sincero.»
«Non ci posso credere! Insomma, sembra che tu sia una calamita
che attira cretini, Jules.»
«Già. A quanto pare Jules Cannygan morirà vergine!» ironizzai,
tirandomi da un lato la mia folta chioma bionda.
La mia amica alzò gli occhi al cielo, come infastidita dalle mie
solite lamentele, poi però cambiò espressione, addolcendosi. Si
avvicinò al mio letto e si sedette al mio fianco.
«Dai Jules, ti prego, non fare così. Vedrai che prima o poi troverai
quello giusto» mi rassicurò.
«Sì certo, come no. Quanti anni sono che me lo dici? Guardami,
ho venticinque anni, non mi sono mai innamorata e non ho mai fatto
sesso con nessuno. Insomma, è ridicolo! Vado per i trenta e non so
ancora cosa voglia dire dormire con un uomo.»
«Jules, il problema di quelle come te è che siete troppo delle
brave ragazze, ecco. Insomma, nessuno ti vieta di scopare col primo
che capita, il problema è che ti conosco troppo bene, ne soffriresti di
sicuro.»
Mi prese delicatamente la mano e la strinse nella sua.
A volte mi chiedevo che fine avrei fatto senza di lei.
«Forse dovrei davvero farlo. Ubriacarmi e andare al letto col
primo idiota che ci prova con me!» sentenziai, arrabbiata con me
stessa e con i miei sogni infantili.
«Ehi, dai, non dire così! Lo sai che dicevo per dire. Meriti di
meglio che una prima volta in uno squallido bagno di uno squallido
appartamento per feste, con uno squallido ragazzo che non si
accorgerebbe nemmeno della tua verginità. Anche se… c’è Michael.
Lo sai, lui ha una cotta per te dal primo giorno di università. Secondo
me potresti dargli una chance…» provò a convincermi.
«Rachel sai benissimo che per me Michael è solo un amico. Non
potrebbe esserci nient’altro. Figuriamoci andarci a letto.»
«Beh, magari sarebbe bello, che ne sai?»
«Sì certo, come no… Sai cosa? A volte mi pento di non averlo
fatto con Andrew quando avevo sedici anni. Almeno lui era il mio
ragazzo e sarebbe stato di sicuro molto più romantico che con
qualsiasi altro» dissi, con rammarico.
«Dai Jules, fai sul serio? Andrew è uno stronzo che alla prima
occasione ti ha tradito perché non gliela davi. Vorresti davvero averlo
fatto con lui?» chiese, sbalordita dalle mie parole.
«Non lo so. So solo che al liceo era tutto più facile. Adesso mi
sento vecchia per tutto!»
«Andiamo dai, non dire cazzate. Hai venticinque anni, mica
settanta! E comunque non sei mai stata veramente pronta per farlo
con Andrew. Lui ti piaceva, stavate insieme, ma non sei mai stata
innamorata di lui. Ogni volta che vi vedevo vicini mi sembravi
sempre stranita, impacciata, come se avessi voluto essere in
qualsiasi altro posto tranne che con lui» disse, colpendo nel segno.
«Sì, questo è vero. Non lo amavo. Ma gli volevo bene. Sai,
comincio a pensare di essere io il problema. Non troverò mai
nessuno, ed è colpa mia!
Forse sono troppo pretenziosa. Magari dovrei imparare ad
accontentarmi.»
«Senti, piantala, ok? Adesso basta con le negatività! Stasera sai
che facciamo? Ce ne usciamo un po’ io e te. Facciamo quello che
vuoi: cinema, pub, discoteca… quello che preferisci» disse con
entusiasmo, nella speranza di tirarmi su il morale.
«Stasera non posso. Vado a trovare Kyle, al lavoro. Sa che sto
per laurearmi e voleva fare quattro chiacchiere sul mio futuro. Lo sai,
ha detto che nell’edificio in cui lavora c’è uno dei migliori settori
editoriali di New York. Lui è nell’ambito informatico, ma ha detto che
conosce il vice direttore dell’editoria e che, se ho ottimi voti, potrebbe
metterci una buona parola» raccontai con gli occhi scintillanti.
Sentivo che quella sarebbe stata la mia buona occasione e per
nulla al mondo me la sarei fatta scappare.
«Dai, finalmente una buona notizia. Che dolce tuo cugino. Ho
sempre pensato fosse il ragazzo migliore del mondo. Peccato che
sia gay» ironizzò, ammiccando.
«Dai, non fare la scema! E poi credevo che fossi stra-innamorata
del tuo nuovo ragazzo» la ammonii scherzosamente, dandole un
piccolo schiaffetto.
Mi alzai dal letto per prepararmi, scostandola di poco, e Rachel
mi seguì.
«E lo sono. Lo sai, Jules, credo davvero che questa sia la volta
giusta. Josh è un ragazzo meraviglioso. È la prima volta che sto con
qualcuno e riesco a vedere oltre il qui ed ora. Con lui vedo un futuro,
immagino di sposarlo e avere dei figli.»
«Fai sul serio? L’eterna indecisa Rachel ha trovato finalmente
l’anima gemella!» esclamai con entusiasmo, afferrando l’intimo da
un cassetto.
«Hai detto proprio le parole giuste: l’anima gemella. Lo amo così
tanto» sospirò, con aria sognante.
Mi voltai, recuperando i vestiti e tenendoli stretti in una mano.
Liberai l’altra, poggiando l’intimo sui vestiti che reggevo a stento,
e la posai sulla spalla di Rachel.
«Sono davvero contenta per te, amica mia» dissi felice. Lo ero
davvero, solo mi chiedevo quando sarebbe capitata a me una simile
fortuna.
«Grazie. Ah, lo sai, domani sera mi ha invitato a cena, vuole
presentarmi suo fratello» disse lei battendo le mani come una
bambina.
Camminai verso il bagno e mi voltai di tre quarti sulla soglia della
porta.
«Suo fratello?» domandai.
«Sì, lo sai che non ha più i genitori. Suo fratello è tutta la sua
famiglia, quindi è un po’ come se mi stesse presentando a mamma e
papà.»
Entrai in bagno, ancora con la mia amica alle calcagna, e posai i
vestiti su uno sgabello.
Mi voltai annuendo e guardai la mia amica con fierezza.
«Però! È un passo importante.»
«Lo è» affermò, ma poi si fermò un istante, come a pensare.
«Aspetta un secondo…» aggiunse, battendosi il dito sulla guancia.
«Mi è venuta un’idea: perché non vieni anche tu a cena con noi?»
strillò, quasi, come se avesse avuto l’intuizione del secolo.
«Cosa? Io? E perché mai?» domandai, incredula.
«I miei abitano a due ore da qui e non posso presentarglieli a
breve, quindi intanto voglio ufficialmente presentargli la mia migliore
amica, il mio punto di riferimento, la mia ‘persona’.»
«Smettila di parlare come se fossimo in Grey’s Anatomy. E poi lo
conosco già. Me lo hai presentato quella volta all’ingresso del
campus, ricordi?» le rammentai, legandomi i capelli in una coda.
«Sì, ma che c’entra! Quella è stata una presentazione fugace. Hai
avuto giusto il tempo di dirgli il tuo nome. Io intendo una
presentazione come si deve. E poi a una cena potrete conoscervi
meglio» affermò, con aria speranzosa.
«Non lo so. E comunque mi sentirei fuori luogo. Tu devi
conoscere suo fratello, dovete parlare di cose di famiglia, io non
c’entro nulla» dissi, alzando le spalle.
«Tu sei di famiglia, Jules. Ci conosciamo da quando avevamo
cinque anni, sai tutto di me. E voglio assolutamente che tu sia
presente alla cena. È la prima volta che faccio una cosa del genere
e avrò bisogno del tuo sostegno. Dai, dai, dai» mi pregò,
cinguettando come una bambina capricciosa.
«Va bene, va bene. Verrò!» mi arresi, alzando le mani.
«Sì!» strillò lei, saltellando per abbracciarmi forte.
La lasciai andare dopo pochi istanti e le puntai il dito contro.
«Ma se cerchi di far diventare una cena di famiglia un
appuntamento a quattro, giuro che ti ammazzo. Sappiamo entrambe
com’è andata a finire l’ultima volta» le ricordai.
«Dai, ancora con questa storia? Come potevo prevedere che
l’amico del mio ex si sarebbe ubriacato e ti sarebbe saltato
addosso? Ti ho già chiesto scusa e ho promesso che non avremmo
mai più fatto uscite a quattro. Ma questa cosa è diversa. Anche se…
chissà… magari è carino. Cavolo, non ho chiesto a Josh se il fratello
è fidanzato» si rimproverò.
«Ehi… pronto! Ma con chi ho parlato fino ad ora, con un muro?»
«D’accordo, d’accordo, non cercherò di farti fidanzare con suo
fratello. Però potrei chiedere a Josh se è single, così, giusto a titolo
informativo.»
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo