Ti vedrò per sempre – Danneel Rome

SINTESI DEL LIBRO:
BANG”.
«Nooooo» urlai avvicinandomi a lei.
Le aveva sparato. Quel bastardo di Martin era riuscito a trovarla e io ero
arrivato troppo tardi. L’aveva uccisa.
«Jules, ti prego, rispondimi. Non puoi farmi questo. Non puoi morire!»
urlai forte con quanto fiato avevo in gola. Scuotevo il suo corpo ormai
assente, ma lei non rispondeva. Era andata. Il suo cuore aveva smesso di
battere. La sua anima non c’era più! Attorno a lei solo sangue, il suo
sangue.
La guardavo sconvolto, piangendo e strillando come un pazzo.
«Figlio di puttana, io ti ammazzo» gridai avventandomi su Martin.
«Uccidimi pure, così andrò a trovare all’inferno la tua ragazza». La sua
risata stridula mi trapanava le orecchie. Lo colpii forte e recuperai la
pistola, deciso a toglierlo dalla faccia della terra.
«Spara, Dean, spara. Ti darà la carica, ma non ti riporterà indietro Jules.
È morta, mi hai sentito? Morta!! E non puoi farci più niente ormai. È finita»
disse con un ghigno sprezzante.
Mi tappai le orecchie, come a non voler credere a ciò che mi stava
dicendo. Jules era morta. E io dovevo vivere senza di lei. Mi accasciai a
terra esausto e urlai per l’ultima volta:
«NOOO!»
* * *
«Dean. Ehi. Tesoro, sono qui. Shhh.» Mi alzai di scatto, svegliata dalle
sue urla. Aveva avuto un incubo, credo.
Si strinse forte a me, come mai aveva fatto prima. Il cuore gli batteva
all’impazzata e il respiro era affannato. Era sudato come se avesse appena
fatto un’ora di palestra.
«Jules, sei qui. Sei viva!» disse senza fiato, prendendomi il viso tra le
mani, quasi a volersi rassicurare del fatto che non stesse sognando.
«Sì, tesoro sono qui. Sta tranquillo» esalai dolcemente, accarezzandolo.
«Io ho… ho creduto che tu…»
«Shhh, è tutto a posto. Era solo un brutto sogno» dissi guardandolo dritto
negli occhi per rassicurarlo.
«Non posso perderti ancora, Jules» rispose poggiando le sue mani sulla
mia testa e guardandomi intensamente. Gli si inumidirono gli occhi e io lo
accarezzai ancora per fargli sentire che ero lì.
«Non accadrà» dissi scuotendo la testa. «Senti, ti va di andare di là in
cucina? Ti preparo una camomilla, così ti calmi, che dici?» chiesi con
dolcezza. Lui annuì, così lo presi per mano e scendemmo dal letto.
Arrivati in cucina, presi la camomilla e misi un po' d’acqua nel bollitore.
Dean sbuffò e si passò una mano tra i capelli, poi disse:
«Dovrei essere io a prendermi cura di te!»
«Dean, è tutto a posto. Sto bene. Non devi preoccuparti per me» ribattei
sistemando il bollitore sul fuoco e andando a sedermi accanto a lui,
nell’attesa che l’acqua si riscaldasse.
«Jules, sei appena uscita da un brutto incidente. Ti hanno quasi
ammazzata. Dovresti essere tu ad avere gli incubi, e dovrei essere io a
prepararti qualcosa che ti calmi» fece frustrato.
«Dean, per favore, smettila di sentirti in colpa per qualsiasi cosa. Sto
bene. Sono passati quattro giorni dall’incidente e mi sono ripresa. Posso
essere io a prendermi cura di te, per una volta» dissi accarezzandolo.
«Ma…» fece per parlare ma io gli tappai la bocca con la mano.
«Niente ma. Adesso tu te ne stai buono qui, in silenzio, mentre io ti
preparo la camomilla, ok? Fa un bel respiro, con me, forza. Fiuuu» dissi
invogliandolo a respirare lentamente. Era troppo agitato, e doveva
assolutamente calmarsi.
«Se la polizia non lo trova in tempo, io…» Provò a parlare, ma gli tappai
nuovamente la bocca.
«Dean tu non devi fare proprio niente. Ci penseranno loro a metterlo
dentro. Nel frattempo, l’unica cosa che puoi fare è starmi vicino. So che in
questo momento è dura per te, lo è per entrambi ma… se ci sosteniamo a
vicenda ne verremo fuori!» lo rassicurai carezzandogli le mani e
guardandolo con dolcezza.
Dean non disse nulla, rimanendo in silenzio e limitandosi a fissarmi. Io
ne approfittai per inserire la bustina di camomilla nell’acqua ormai bollente.
Gli preparai la tazza e gliela porsi:
«Bevi, ti farà bene.»
Dean non rispose. Non prese la sua tazza e continuò a fissarmi. Dopo un
tempo interminabile in cui ci guardammo negli occhi, io preoccupata e
perplessa circa i suoi misteriosi pensieri, lui smarrito e triste, quello che
sentii uscire dalle sue labbra mi mozzò il fiato:
«Vieni a vivere con me!»
«Cosa?» feci sconvolta.
«Sì, Jules, io ci ho pensato tutta la notte e non voglio che tu stia da sola»
disse avvicinando la tazza a sé, come per distrarsi.
«Dean ma io non sono sola, vivo con Liz adesso. L’hai dimenticato?» feci
agitata. Perché mi stava chiedendo una cosa del genere? Perché adesso?
«Beh, con Liz non sei al sicuro!» fece alterato.
«Mentre con te lo sarei» ribattei muovendo nervosamente la testa.
«Jules, lì fuori c’è un pazzo maniaco che potrebbe avvicinarsi a te da un
momento all’altro e finire il lavoro che non ha terminato» disse alzandosi e
camminando su e giù per la stanza in maniera concitata.
«Dean lo so, cosa credi! Ma non penso che venire a vivere da te sia la
soluzione!» affermai avvicinandomi a lui.
«Sul serio, Jules? E quale sarebbe la soluzione? Lasciarti insieme a Liz?
Non lo capisci che sareste un bersaglio facile?» rispose lui agitandosi
ancora di più.
«Dean ti avevo fatto la camomilla per farti calmare, invece ti stai solo
alterando di più. Per favore, siediti e bevi. Ti prego» lo implorai.
Dean sbuffò e andò a sedersi. Lo seguii a ruota e quando mi sedetti anche
io, iniziò a sorseggiare la sua bevanda.
Lo guardavo con preoccupazione e paura. Paura che quanto successo gli
facesse fare qualcosa di avventato. Non poteva rischiare la vita per me, non
gliel’avrei permesso. E di sicuro non avrei permesso che finisse in galera
per colpa del mio passato.
«Jules, ascolta…» esordì Dean dopo aver preso un bel respiro «so che ci
siamo appena rimessi insieme e che questo non era esattamente nei tuoi
programmi ma… ti prego, lascia che io ti protegga!» disse prendendomi la
mano.
«Dean io apprezzo il pensiero, davvero, ma… non mi sembra la
motivazione giusta per andare a vivere insieme. E comunque non
risolverebbe proprio un bel niente. Ci saranno dei momenti in cui starò da
sola, non abbiamo sempre gli stessi orari al lavoro, e potrebbe capitare che
io debba tornare a casa da sola, o che debba andare al Wayford più tardi di
te, la mattina, oppure che tu torni più tardi di me e io devo aspettarti a casa
da sola. Capisci che non ha senso?» dissi cercando di farlo ragionare.
«Farò in modo di avere i tuoi stessi orari» rispose immediatamente. «Ho
un posto di prestigio, e il capo me lo deve. Posso chiedergli tutto ciò che
voglio!»
«Dean non puoi organizzare i tuoi impegni in base ai miei, non puoi
stravolgere la tua vita perché hai paura che possa accadermi qualcosa!» feci
spazientita.
«Sì che posso, Jules. È l’unico modo che ho per tenerti al sicuro.»
«Ci penserà la polizia a tenermi al sicuro, Dean. È il loro lavoro. Perciò
cerca di calmarti e comportati da adulto» replicai sbuffando.
«Jules lo sto facendo! Ti ho fatto una proposta, da adulto: vieni a vivere
con me» fece avvicinandosi a me e prendendomi le mani.
«Dean mi piacerebbe. Un giorno, forse… ma non ora, non per queste
motivazioni» replicai decisa, allontanandomi, ma la sua voce mi raggiunse
prontamente.
«D’accordo, vuoi una motivazione? Ti amo! Ti amo più della mia stessa
vita. Mi farei uccidere per te. E voglio che tu mi stia accanto, sempre.» Si
avvicinò lentamente e mi costrinse a guardarlo.
«Voglio svegliarmi ogni giorno al tuo fianco, voglio che facciamo
colazione insieme tutte le mattine, voglio condividere i miei spazi con te,
dividere il mio armadio per far posto alle tue cose. Voglio fare l’amore con
te, ogni volta che ne avremo voglia. Voglio tornare da lavoro e vedere il tuo
splendido viso e sapere che, per quanto io possa essere stanco o stressato, ci
sei tu che mi aspetti e questo… renderebbe migliore qualsiasi schifo di
giornata!
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