13 modi di vedere una ragazza grassa – Mona Awad

SINTESI DEL LIBRO:
Siamo andate contro l’universo al McDonald’s che sta all’angolo
fra Wolfedale e Mavis. In un pomeriggio estivo. Mel e io odiamo i
pomeriggi estivi. Soprattutto qui a Misery Saga, cioè come hai il
diritto di chiamare Missisauga se ci vivi. Nei pomeriggi estivi a
Misery Saga non c’è altro da fare che le cose che abbiamo già fatto
mille volte. Sdraiarsi nell’erba ad ascoltare lo stesso CD, un
auricolare a testa, mentre guardiamo la stessa nuvola in transito.
Passeggiare nel parco fingendo di fingere che sia il Paese delle
Meraviglie, anche se si sente il rumore delle macchine perfino
quando arrivi proprio al centro. Mangiare cupcake in quella gelateria
dove vanno tutti i ragazzini. A noi gli altri ragazzini non piacciono, ma
ci andiamo lo stesso per il movimento. Ci sediamo dietro le gradinate
e ci dividiamo un Blizzard del Dairy Queen, mentre il vento ci solleva
i kilt dell’uniforme scolastica e li fa sbattere contro le nostre
ginocchia ruvide. Il nostro preferito era quello con i brownies
sbriciolati e le noccioline e la salsa al cioccolato, ma non lo fanno
più, chissà perché. Così siamo venute al McDonald’s all’angolo e
mangiamo dei McFlurry, che come sanno tutti non sono buoni come i
Blizzard, anche se gli chiedi di aggiungerci altra roba.
Come al solito ci annoiamo a morte, avendo esaurito tutti gli
argomenti di conversazione. Non è che possiamo parlare all’infinito
delle ragazze che odiamo o dei gruppi e dei libri e dei ragazzi che
amiamo dando voti da uno a dieci. Non è che possiamo giocare
all’infinito a Razza Umana, cioè eliminare l’intera razza umana e
rimettere solo le persone che sopportiamo, e solo se siamo
d’accordo tutte e due. Non è che possiamo parlare all’infinito di
come la daremo e cosa indosseremo e con quale ragazzo e cosa
indosserà lui e quale disco suonerà in sottofondo. Abbiamo stabilito,
e oggi è già la seconda volta, che per Mel sarà un vestito di velluto
rosso, il batterista dei London After Midnight in abito rinascimentale
e Violator. Per me: un vestito di velluto viola, Vince Merino in
completo vintage e Let Love In, però cambiamo sempre.
Così decidiamo di fare i Foglietti del Destino. Foglietti del Destino
è il nome che ha dato Mel a quando strappiamo due striscette di
carta e scriviamo No su una e Sì sull’altra. Poi le appallottoliamo e le
facciamo saltellare in mano, chiudiamo gli occhi e rivolgiamo una
domanda all’universo. Si può fare ad alta voce o solo col pensiero. Io
e Mel preferiamo tutte e due col pensiero ma certe volte, se è una
cosa urgente, come adesso, la diciamo forte. Il primo bigliettino che
cade è la risposta. Adesso chiediamo se Mel deve chiamare Eric per
sapere se gli è piaciuto il CD che gli ha fatto lei, con le sue canzoni
preferite di Lee Hazlewood. I Foglietti del Destino hanno già detto
No, ma ne facciamo due su tre perché non può essere vero anche
se i Foglietti del Destino non sbagliano mai. Poi, vogliamo chiedere
se devo riprovare a parlare con Vince Merino dopo il fiasco di ieri.
I Foglietti del Destino dicono di nuovo No a Mel, e No anche a
me.
L’universo è contro di noi, e ci può stare. Perciò prendiamo un
altro McFlurry e per un po’ parliamo di quanto siamo grasse. Ma non
importa per quanto ne parliamo o quante volte Mel mi assicuri che
sotto i vestiti lei è una cazzo di balena; lo so che sono più grassa io.
E non di poco. Mel è culona, questo glielo concedo, ma posso
concederle soltanto questo.
Se sulla ciccia vinco io, Mel poi dirà che importa, io sono molto
più carina di lei, ma credo che di faccia siamo più o meno pari. Io
non capisco ancora bene il mio naso e non ho ancora imparato l’arte
di affamarmi e spinzettarmi. Perciò voglio essere sincera. In questa
storia, non sono quella gran bellezza, a parte forse la pelle, che Mel
mi invidia da morire, a sentire lei. E le tette. Mel dice che sono
enormi e mi giura che è una bella cosa. Magari un pochino troppo di
una bella cosa. È stata Mel a insegnarmi a usare la parola tette. Io
non riesco tanto a chiamarle, neanche nei miei pensieri. Mi
imbarazzano e tutti i modi di chiamarle mi imbarazzano, ma per
amore di Mel sto cercando di elencare le mie doti. Ma anche
calcolando pelle e tette, comunque Mel è più carina. Ha la psoriasi e
deve decolorarsi i baffetti, ma fa lo stesso. È Mel, senza dubbio, che
ha una qualche dannata speranza con i ragazzi che ci piacciono. E,
probabilmente in base a questo, sostiene che gli uomini al tavolo
vicino hanno guardato prima lei.
Io non li avevo neanche notati. Ero tutta presa dal mio McFlurry
agli Oreo, cercavo quei pezzi più grossi di Oreo che certe volte si
bloccano sul fondo, cosa che detesto. È Mel che me li indica,
dicendomi A ore tre senza quasi muovere le labbra o fare rumore. Io
mi volto e vedo tre tipi del genere uomo d’affari seduti al tavolo
accanto al nostro che mangiano dei Big Mac. Penso che siano
uomini d’affari perché sono in giacca e cravatta, ma potrebbero
tranquillamente essere commessi o impiegati di banca. A ogni modo,
sono uomini, con le mani piene di vene e peli, e ogni paio di mani
tiene stretto un Big Mac morsicato.
Mel dice che i tipi la stanno assolutamente squadrando da capo a
piedi. Io li guardo di nuovo e mi sembra che nessuno di loro ci stia
guardando. Non si guardano neanche fra loro. Guardano i loro
hamburger o fissano il vuoto.
“No,” dice Mel. Le guardavano le tette. Mel è esageratamente
orgogliosa delle sue tette. Soprattutto del neo che ha sul seno
sinistro. Porta il Wonderbra e dei top scollati apposta per metterlo in
mostra.
“Voglio un ragazzo che va pazzo per le tette,” mi dice sempre.
“Non ne voglio uno che va pazzo per i culi perché odio il mio culo.”
“Sì, sì,” le dico, comprensiva.
“Io lo odio,” specifica. “Ma i ragazzi lo adorano. Mi fanno un sacco
di complimenti. Però un tipo da culo non lo voglio lo stesso.
Vorrebbe sempre farlo da dietro.”
“Sì, sì,” ripeto, sempre comprensiva. Nessuna delle due vorrebbe
un ragazzo che va pazzo per le gambe.
Secondo Mel, il motivo per cui i tipi la fissano è che è tutto il
giorno che lei manda vibrazioni sexy. Non capisco mai cosa intende
di preciso, quando dice così. Immagino una via di mezzo tra odore
animale e forza cosmica. Mel dice sempre che è una cosa che
c’entra con l’universo. Succede che l’universo sente le sue vibrazioni
sexy e le trasmette a uomini e donne sintonizzati per riceverle. Dice
che quegli uomini al tavolo sentono le sue vibrazioni sexy. Ecco
perché la guardano. Lei ne emana abbastanza per tutte e due. Ecco
perché guardano anche me. Ci stanno assolutamente squadrando
da capo a piedi, dice. Naturalmente hanno squadrato prima lei.
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