Ogni suo desiderio – Miliardario e dominatore – Megan Harold

SINTESI DEL LIBRO:
Il silenzio è pesante. Io e Hayley non diciamo una parola. Ci
limitiamo a osservare Adam che, nervoso e accigliato, legge e
rilegge l’articolo di giornale che gli ha appena dato la nostra amica
giornalista. Immagino che nel suo cervello si sovrappongano decine
di domande. Questo articolo non ci dice nulla di nuovo sui fatti.
Howard e Henry Hill, il padre e lo zio di Adam, sono morti in un
incidente di elicottero. Ma il giornalista solleva un interrogativo:
Lorraine e Ambrose Carter avevano interesse a provocare
quell’incidente? Con la scomparsa dei due fratelli, Lorraine Hill
ereditava il patrimonio del marito Henry e prendeva possesso delle
azioni spettanti al figliastro Paul e al nipote Adam fino alla loro
maggiore età. Quanto ad Ambrose, restava l’unico socio in vita
dell’azienda farmaceutica Hill e otteneva quindi il pieno potere
decisionale.
L’indagine sull’incidente non ha rivelato nessun tipo di
sabotaggio, nulla fa pensare a un omicidio. Il guasto meccanico non
è mai stato messo in discussione. È molto probabile che si tratti di
una semplice e sfortunata coincidenza. Loro malgrado, Ambrose e
Lorraine hanno tratto vantaggio da questa disgrazia. Ma come non
immaginare che avrebbero potuto causare quelle morti?
Se Lorraine non fosse stata così spregevole nei nostri confronti,
non ci saremmo mai posti questa domanda.
Quando è morta la madre di Adam, sebbene il padre fosse
ancora in vita, è stata lei a prendersi cura del nipote. Ma gli ha
sempre mentito sui suoi genitori e su Paul... Ormai Adam ha le prove
che il padre non ha mai abbandonato lui e sua madre, che ha
sempre provveduto alle loro necessità materiali e che ha continuato
ad amarli. Qualcosa impediva ad Howard di vivere insieme a loro e,
dopo la morte di Leslie, di occuparsi di suo figlio. Ma cosa?
Lorraine ha sempre raccontato ad Adam una versione distorta
dei fatti, ovvero che aveva una pessima madre e un padre
inadeguato. Quella donna si è dimostrata capace solo di menzogne
e intimidazioni. Da quando Paul l’ha informata delle indagini che
Adam sta conducendo sui suoi genitori, Lorraine è in allarme. Ma
perché quelle ricerche la preoccupano così tanto? Deve esserci
sotto qualcosa di grosso se è arrivata a rivolgermi apertamente delle
minacce, se si è esposta in prima persona come non aveva mai fatto
prima. Lorraine ha mostrato il suo vero volto, ha cercato di
intimidirmi minacciando i miei cari. Vuole che io convinca Adam a
fermarsi, a rinunciare a scoprire cosa l’ha tenuto lontano dal padre.
Ma ormai è troppo tardi.
Se Lorraine non si fosse ostinata a intralciare queste ricerche con
tutti i mezzi possibili, arrivando addirittura a fare aggredire suo nipote
per intimidirlo, Adam avrebbe avuto la stessa determinazione? Se
Lorraine non avesse cercato di farmi del male, l’avrei comunque
incoraggiato a perseverare? Quella donna nasconde troppe
informazioni. Adam ha il diritto di conoscere la verità su suo padre.
Come può costruirsi un futuro sereno se il suo passato è instabile?
– Quindi, riassumendo, Lorraine e Ambrose avevano tutto da
guadagnare con la morte di mio padre e mio zio, dice Adam tra sé e
sé.
– È quello che lascia intendere l’articolo, ma questo non significa
che Lorraine e Ambrose abbiano provocato l’incidente, commenta
Hayley. Certo, ne hanno tratto profitto, ma ogni morte è vantaggiosa
quando ci sono dei soldi in ballo.
– Oltretutto, all’epoca nessuno ha mai avanzato l’ipotesi
dell’omicidio, intervengo io ripensando alle mie recenti ricerche su
internet. L’indagine sull’incidente ha confermato il guasto tecnico. Se
ci fossero stati dei dubbi, sarebbero emersi, invece nulla...
Adam annuisce. Lorraine e Ambrose saranno anche dei
profittatori, ma da lì ad architettare un doppio omicidio c’è una bella
differenza... Non posso crederci, scaccio quel pensiero dalla testa.
No, sarebbe davvero troppo...
– E quel tale che appare diverse volte nelle tue indagini... Simon
Collins? Hai saputo qualcosa in più su di lui? chiede Adam ad
Hayley.
– Tranne il fatto che era vicino a tuo padre e che ha lasciato San
Francisco subito dopo la sua morte, non molto. Vive tuttora a
Bakersfield, dovrei riuscire a rintracciare il suo indirizzo facilmente.
– Grazie mille, Hayley. Vorrei occuparmene di persona, ma dopo
le minacce che Lorraine ha fatto a Eléa l’altra sera, io...
– Lorraine ti ha minacciata? lo interrompe Hayley voltandosi
verso di me.
– Sì, dopo il concerto mi ha aspettato in camerino. Mi ha detto di
convincere Adam a fermare le ricerche, altrimenti saranno i miei cari
a pagarne le conseguenze.
– Se posso dire la mia su questa faccenda, Lorraine nasconde
davvero qualcosa di grosso. In tutta la mia carriera giornalistica, non
ho mai incontrato una persona così fredda e determinata.
– È per questo che dobbiamo essere prudenti, riprende Adam.
Se qualcosa non ti convince, informami subito.
– Lo farò, Adam. Ad ogni modo, so essere molto discreta e riesco
a passare inosservata.
– Credo anche che sarebbe meglio smettere di incontrarci qui nel
mio ufficio, non si sa mai.
– Ho un’idea! esclama Hayley. Lascia che pubblichi un altro
articolo su di te, in questo modo le mie visite qui avrebbero una
giustificazione. Dopo le interviste e l’esclusiva che mi hai concesso,
non sarebbe poi così improbabile.
– Buona idea, chiedo al mio ufficio stampa di provvedere subito.
Grazie davvero, Hayley. È molto gentile da parte tua, potere contare
su di te è un vero sollievo.
Le parole di Adam la fanno arrossire leggermente. Ormai è
diventata una vera amica, una persona di fiducia, un valido sostegno
nella nostra battaglia. Non solo è una brava giornalista, ma è anche
un’alleata preziosa. Ripenso al giorno in cui ci siamo conosciute
davanti al conservatorio. Chi avrebbe mai detto allora che Hayley
avrebbe conquistato un posto nella mia vita?
La giovane donna ci lascia ai nostri interrogativi. Ormai tutta la
nostra attenzione è rivolta a quel Simon Collins.
Adam raccoglie i fogli che gli ha lasciato Hayley. Queste nuove
informazioni non l’hanno abbattuto, in lui non traspare alcuna
stanchezza, tutt’altro. Chiunque accuserebbe il colpo, ma non lui.
Adam è un combattente nato.
Un combattente terribilmente sexy!
Solo il suo sguardo si incupisce un poco, ma poi rialza la testa, si
accorge che lo sto guardando e il viso gli si illumina di nuovo.
– Quando mi guardi così, piccola, mi fai sentire un re.
– Per me lo sei, dico avvicinandomi.
In equilibrio sulla punta dei piedi, gli depongo un bacio delicato
sulla bocca. Il contatto delle nostre labbra e le sue mani sulla mia
schiena mi riconfortano. La passione che ci anima non sembra
compromessa da tutte queste storie sordide...
A proposito!
– Devo chiederti una cosa... Quando abbiamo fatto l’amore qui
nel tuo ufficio, la videocamera di sorveglianza ci ha filmato?
Alzo gli occhi verso la controsoffittatura dove è nascosta la
videocamera. Sono venuta a conoscenza della sua esistenza solo in
occasione dell’effrazione di qualche giorno fa.
– Sì, certo, mi piace conservare un ricordo di quei momenti,
risponde Adam, visibilmente divertito dalla mia domanda.
Scherza o dice sul serio?
Lo scruto con espressione scettica.
– Davvero?
Adam scoppia a ridere.
– Ma no! Non preoccuparti, piccola, non ti metterei mai in una
situazione simile. Spengo la videocamera ogni mattina appena
arrivo. Quello che faccio nel mio ufficio, che siano affari o vita
privata, è strettamente confidenziale.
– Lo immaginavo, ma avevo comunque un piccolo tarlo. Sei poi
riuscito a scoprire chi si è introdotto qui dentro? Ha rubato qualcosa?
– Non è stato portato via nulla, né documenti né oggetti.
L’ennesimo mistero...
Su queste parole, Adam mi afferra il lobo dell’orecchio con la
bocca. Una scarica elettrica mi percorre la schiena.
– Purtroppo adesso devo lavorare, ma conto di finire a breve
quello che ho iniziato, dice intervallando ogni parola con un bacio sul
collo.
Mi sciolgo tra le sue braccia, avvolta dal suo profumo inebriante.
Ma devo riprendermi, il dovere ci chiama.
– Che programmi hai per oggi? mi chiede.
– Dopo il malessere di ieri sera, mi hanno lasciato la giornata
libera. Penso di andare a trovare mio fratello. Non so come sta dopo
l’ultimo litigio con Claire.
– Le cose non si sono sistemate?
– Non lo so. Cerco di starne fuori, ma la situazione sembra
complicata.
– Mi raccomando a te, da oggi hai due guardie del corpo in più.
Non voglio che ti accada qualcosa.
Altre due?
Adam ha preso molto seriamente le minacce di Lorraine. Ieri gli
ho chiesto di mettere sotto protezione anche i miei genitori, Claire e
Ryan.
Voglio che anche loro siano al sicuro.
Saluto Adam e porto un po’ del suo odore con me. Mi separo a
malincuore dal dolce tepore delle sue braccia e dal profondo
benessere che provo quando sto con lui.
Coraggio, non ci separiamo per molto tempo! Ci rivedremo
senz’altro stasera...
Prendo il cellulare dalla borsa per chiamare Ryan. Non voglio
tentare per l’ennesima volta di convincerlo a riprovarci con Claire. Se
ha preso la decisione di fare un passo indietro, rispetto la sua scelta.
Ma sono sua sorella e voglio stargli vicino, offrirgli conforto e ascolto.
Si è trasferito da poco qui a San Francisco e non conosce ancora
molte persone. Il telefono squilla, ma lui non risponde. Riprovo e
niente da fare. Eppure stamattina non ha lezione e non lavora.
Forse non gli va di parlarmi? Pensa che voglia fargli l’ennesima
ramanzina? Farò un salto a casa sua, parlare a quattr’occhi è più
semplice.
Chiamo l’ascensore e, nell’attesa che arrivi, mi volto
meccanicamente. Al di là della parete vetrata, i collaboratori di Adam
lavorano con concentrazione e serietà. Non conosco nessuno di
loro, se non di vista. Improvvisamente, vedo spuntare Conrad che si
dirige a passo spedito verso l’ufficio di Adam. Prima ancora di
varcarne la porta, lo sento esclamare:
– Adam! C’è un problema!
Poi tutto va veloce. Si volta, mi vede e mi corre incontro.
Cosa succede?
– Eléa, torni indietro, mi dice con voce grave.
Lo seguo. Adam ci aspetta sulla porta del suo ufficio, con aria
interrogativa. Entriamo e Conrad chiude la porta alle nostre spalle.
La sua espressione non promette nulla di buono.
– Adam, abbiamo un problema con Ryan.
– Oh cielo, Ryan! esclamo.
Mi tremano le gambe.
– Mi hanno appena chiamato le sue guardie del corpo. Hanno
portato Ryan in ospedale, continua Conrad.
In ospedale? Mio fratello è in ospedale?
– In quale ospedale? riesco a chiedergli.
– Al Mémorial, era...
Non lascio a Conrad il tempo di finire la frase, devo raggiungere
subito Ryan! Mi precipito nell’ascensore che ha appena aperto le
porte. Sento Adam gridare il mio nome, chiedendomi di aspettarlo.
Ma non posso. Se mio fratello è in ospedale, forse è perche Lorraine
ha messo in atto le sue minacce.
Potrebbe essere per colpa mia... E magari è grave!
Non ho il tempo di piangere, penso solo a raggiungerlo il più in
fretta possibile.
Dio mio, Ryan...
Ritrovo la mia automobile nel parcheggio. L’ha riportata qui una
delle mie guardie del corpo, dopo che ieri sera l’avevo lasciata al
conservatorio.
Al pronto soccorso, mi confermano che mio fratello è qui. Tiro la
tenda che mi indica l’infermiera e trovo Ryan seduto su un lettino
con il cellulare in mano. Vedendomi, sgrana gli occhi, senz’altro non
si aspettava che io fossi qui.
– Ryan!
Mio fratello è tutto ammaccato. Ha le labbra gonfie, il viso
tumefatto, una fasciatura sull’arcata sopraccigliare e un braccio
legato al collo.
– Eléa, cosa ci fai qui? Stavo giusto per chiamarti, dice con una
smorfia di dolore.
– Cosa ti è successo? chiedo in preda al panico, avvicinandomi
al letto.
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