L’ultimo eroe – David Baldacci

SINTESI DEL LIBRO:
Web London stringeva un SR75 semiautomatico fabbricato
appositamente per lui da un armaiolo che era ormai una leggenda.
L'SR non si limitava a dilaniare carne e ossa, ma le disintegrava.
Web non sarebbe mai uscito di casa senza quel pezzo di artiglieria
perché il suo habitat naturale era pieno zeppo di violenza. Era
sempre pronto a uccidere, e lo faceva in maniera efficiente e
infallibile. Dio gli era testimone che se mai si fosse preso una vita
per sbaglio, si sarebbe mangiato la pallottola assassina per il
rimorso. Era solo il suo modo un po' particolare di guadagnarsi il
pane quotidiano. Non poteva dire di amare il suo lavoro, ma era
un'attività in cui eccelleva.
Sebbene avesse praticamente un'arma incollata alla mano ogni
giorno della sua vita, Web non era di quelli che coccolano il proprio
arsenale. Ma anche se non considerava una pistola come un'amica,
né la chiamava per nome, le armi erano comunque una parte
importante della sua esistenza, qualcosa che, come gli animali
selvatici, non si lasciava addomesticare con facilità. Persino i tutori
dell'ordine più addestrati sbagliavano otto volte su dieci. Per Web un
tasso d'errore così alto non solo era inaccettabile, ma suicida. Il suo
carattere aveva molte peculiarità, ma il desiderio di morire non
figurava tra esse. Parecchie persone desideravano farlo fuori e
almeno una volta qualcuno ci era andato vicino.
Qualche anno prima si era trovato a un passo dal sonno eterno,
riverso sul pavimento di una palestra scolastica disseminata di
uomini già morti o agonizzanti, molti per mano sua. Dopo aver vinto
la sua battaglia contro le ferite che gli avevano inferto, lasciando di
stucco i medici che lo curavano, Web aveva cominciato a portare
l'SR75 invece della mitraglietta che usavano i suoi colleghi.
Somigliava all'M16, sparava piccoli proiettili calibro 308 ed era l'arma
più adatta se lo scopo era l'intimidazione. Davanti a un SR tutti ti
erano amici.
Attraverso il vetro fumé del Suburban, Web esaminava ogni
capannello di persone agli angoli delle strade e ogni assembramento
sospetto nei vicoli più bui. Più si addentravano in territorio nemico,
più il suo sguardo si concentrava sulla via, dove sapeva che ogni
veicolo poteva essere una bocca da fuoco travestita da vettura.
Cercava occhi guardinghi, cenni della testa o dita furtive che
pigiavano sui tasti di qualche cellulare animate da cattive intenzioni
nei suoi confronti.
Il Suburban svoltò l'angolo e si fermò. Web si girò verso i sei uomini
stipati insieme a lui. Sapeva a che cosa stavano pensando, perché
pensava anche lui la stessa cosa: uscire con rapidità e decisione,
prendere posizione, mantenere una buona visuale di tiro. Era
un'equazione in cui non c'era posto per la paura; quanto ai nervi,
invece, era tutt'altra cosa. L'adrenalina non era loro amica; anzi,
rischiava di ucciderli.
Fece un respiro profondo, per calmarsi. Doveva portare le pulsazioni
tra le sessanta e le settanta al minuto. A ottantacinque il calcio ti
trema contro il petto; a novanta ti è impossibile premere il grilletto,
perché il sangue denso nelle vene e i nervi tesi delle spalle e delle
braccia pregiudicano gravemente la riuscita dell'operazione. Se i
battiti poi superano i cento al minuto, si perde ogni capacità motoria
e non si sarebbe in grado di colpire un elefante con un cannone a un
metro di distanza; tanto varrebbe stamparsi sulla fronte la scritta
AMMAZZAMI SUBITO, perché senza dubbio questo sarebbe l'esito
finale.
Espirò aria, inalò pace e distillò calma dal ribollire del caos.
Il Suburban ripartì, svoltò un altro angolo e si fermò di nuovo. Per
l'ultima volta, Web lo sapeva. Il silenzio radio fu interrotto quando
Teddy Ri ner parlò nel suo microfono: «Charlie a TOC, richiesta
autorizzazione a procedere e permesso di passare al giallo».
Web, sintonizzato sulla stessa frequenza, sentì il TOC, il Tactical
Operations Center, rispondere forte e chiaro: «Ricevuto, Charlie
Uno, aspettate»
Nel linguaggio fiorito di Web, "giallo" era l'ultima posizione di
copertura.
Il "verde" corrispondeva alla posizione critica, il momento della
verità, il passo definitivo. Attraversare lo spazio consacrato tra la
relativa sicurezza del giallo e il momento della verità, il verde, poteva
assumere risvolti drammatici. "Autorizzazione a procedere" ripeté
mentalmente Web. Era solo un modo ricercato per chiedere la
licenza di uccidere quando necessario, inoltrandola però come se si
stesse chiedendo al principale l'autorizzazione a fare uno sconto di
qualche dollaro sul prezzo di un'auto usata. Le comunicazioni radio
furono interrotte di nuovo per lasciare campo libero al TOC: «TOC a
tutte le unità: avete l'autorizzazione a procedere e il permesso di
passare al giallo».
"Grazie di cuore, TOC." Web si avvicinò al portellone del Suburban.
Lui era a destra e Roger McCallam in coda. Tim Davies era al centro
e Riner in testa. Cal Plummer e gli altri due assaltatori, Lou
Patterson e Danny Garcia, reggevano con calma olimpica il loro
arsenale di MP5, pistole calibro 45 e granate. Una volta spalancate
le porte del furgone, sarebbero rotolati fuori disponendosi a
ventaglio, pronti a difendersi da eventuali minacce provenienti da
qualsiasi direzione. Si sarebbero spostati muovendosi in punta di
piedi, con le ginocchia piegate per assorbire l'impatto nel caso
avessero dovuto fare fuoco. Impassibile, Web concentrò l'attenzione
sul piccolo palcoscenico dove stava per svolgersi un fatto di sangue
reale, senza che nessuno avesse dovuto pagare un biglietto costoso
e indossare un abito da sera per assistere allo spettacolo. Da quel
momento in poi sarebbero bastati i segnali visivi. Quando
cominciano a volare le pallottole, la lingua si secca e comunque Web
non era uno che parlava molto sul lavoro.
Guardò Danny Garcia che si faceva il segno della croce, come
sempre. E disse ciò che diceva sempre quando Garcia si segnava
prima che si aprissero le porte del furgone: «Dio è troppo furbo per
farsi vedere da queste parti, Danny Boy. Siamo soli». Lo diceva
sempre in tono scherzoso, ma era serissimo.
Cinque secondi dopo le porte si spalancarono e i componenti della
squadra scesero dal furgone gettandosi a terra a una certa distanza
dall'obiettivo. Normalmente si portavano molto vicini al bersaglio e
aprivano subito il fuoco, ma lì la situazione logistica era complessa:
c'erano vetture abbandonate, vecchi frigoriferi e altri oggetti
voluminosi a nascondere l'obiettivo dalla strada.
Le comunicazioni radio furono interrotte di nuovo per una chiamata
della X-Ray Team. C'erano degli uomini in un vicolo vicino,
riferivano, ma non facevano parte del gruppo a cui Web stava dando
la caccia, o almeno così ritenevano i tiratori scelti della X-Ray. Web e
gli altri della Charlie Team si rialzarono da terra come un sol uomo e
s'infilarono correndo nel vicolo. I sette membri della Hotel Team
erano stati scaricati da un altro Suburban sul lato opposto
dell'isolato, con il compito di attaccare il bersaglio dal lato sinistro. Le
due squadre si sarebbero incontrate più o meno al centro di quel
campo di battaglia travestito da quartiere urbano.
Adesso Web e compagni si dirigevano a est inseguiti da un
temporale imminente. Tuoni, fulmini, vento e pioggia battente
disturbavano le comunicazioni a terra, le manovre tattiche e lo stato
psicofisico degli uomini, nel momento critico in cui era necessario
che tutti operassero alla perfezione.
Nonostante le loro magie tecnologiche, l'unica risposta possibile alla
volubilità di Madre Natura e a una situazione ambientale sfavorevole
era correre più veloce. Accelerarono l'andatura sulla striscia stretta
di asfalto pieno di buche e immondizia. I muri e gli edifici che
incombevano su di loro da entrambe le parti portavano le cicatrici di
decenni di battaglie: alcune erano state tra buoni e cattivi, ma la
maggior parte tra ragazzi che uccidevano altri ragazzi per
conquistare il dominio su un territorio dove spacciare, per avere una
donna o anche solo per capriccio. Lì una pistola ti faceva uomo,
anche se magari eri ancora solo un bambino che il sabato mattina
correva fuori dopo aver visto i cartoni animati in TV, convinto che
fosse possibile squarciare senza danno il petto di un avversario con
una revolverata, tanto poi si sarebbe rialzato per rimettersi a giocare
con te.
Trovarono il gruppo segnalato dai tiratori scelti, un branco multietnico
di neri, ispanoamericani e orientali, occupati a spacciare droga.
Evidentemente gli sballi potenti e la promessa di facili guadagni
facevano piazza pulita di tutte le rognose questioni di razza, colore,
credo religioso o politico. Agli occhi di Web erano tutti a una sniffata,
una pasticca o un buco dalla fossa. Non riusciva a credere come
quel patetico campionario di veterani del vizio avesse l'energia o la
lucidità necessarie per effettuare quella semplice transazione in
contanti e procurarsi bustine di inferno cerebrale travestite da
toccasana, i cui effetti benefici si sentivano, casomai, solo la prima
volta che ti iniettavi quel veleno nelle vene.
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