L’ordine è già stato eseguito: Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria – Alessandro Portelli

SINTESI DEL LIBRO:

 Vito Artale, Cesare Astrologo, Raffaele Aversa, Carlo
Avolio, Antonio Ayroldi, Manfredi Azzarita, Ugo Baglivo,
Giovanni Ballina, Aldo Banzi, Silvio Barbieri, Nino Benati,
Donato Bendicenti, Lallo Berardi, Elio Bernabei, Secondo
Bernardini, Tito Bernardini, Aldo Berolsheimer, Giorgio
Leone Blumstein, Michele Bolgia...
Ada Pignotti
a
: Io, dopo che eravamo stati lì per vede’ dai frati, lì,
a San Callisto, allora dopo ciànno detto, ciànno spiegato, dice
vedete quella lì? Lì dentro l’hanno messi. Noi ci siamo precipitati
per anda’ a vede’. Lì che c’era, c’era niente, era una discarica;
c’era tutta mondezza, tutta robba – addirittura bisognava, c’erano
i mucchi che dovevamo passa’ così. E da una parte c’era l’entrata,
dove loro so’ entrati, e lì, l’hanno strascinati, l’hanno portati
dentro. Allora siamo andati lì – i mosconi, non gli dico quello che
c’era. Un tanfo, una puzza che non se respirava, la carne umana
che se disfaceva. E siamo andati, però fino a un certo punto, poi
era chiuso. De qua è chiuso, de là è chiuso perché hanno messe le
due bombe e hanno chiuso dove stavano loro. Quindi, l’hanno
messi dentro la galera, tutti. Allora la gente, così, tutti i giorni
andava a vede’, e vedevamo – tant’è vero che dopo ce se
portavano ’e fotografie de quelli che so’ mancati, così, magari pe’
vedere anche che qualcuno magari, passando, vedeva che magari
l’avesse visto in un’altra parte – insomma, tutta un’illusione, la
vita è stata tutta un’illusione. E così.
Dopo invece quando hanno cominciato a fa’ la riesumazione,
allora andavamo lì tutti i giorni. Io mi ricordo che stavo lì quando
hanno trovato mio marito che poi – mio cognato [Umberto]
l’hanno trovato il giorno avanti; il giorn’appresso hanno trovato
mio... mio marito; che gli hanno trovato il portafoglio di mio
cognato sopra le gambe. Quindi, è morto prima mio marito e poi è
morto... poi lui hanno ammazzato. Uno sull’altro. E così. Ma che
vedeva? Che voleva riconosce’? Che cosa! Niente! Perché poi
erano stati ammucchiati uno dentro l’altro, quindi tutto, tutto
quello che c’era, il liquame, la cosa, una cosa da, da diventa’ pa...
no’ lo so io, da ’mpazzire a vedere certe cose. Il viso poi – che
voleva vedere, il viso, che ce l’aveva tutto storto... Poi niente, la
pelle nera, e nient’altro. ’Na cosa orribile, proprio orribile.
Poi c’era Mastrangeli Fulvio, che era il cognato di mio cognato;
poi c’era il cugino che si chiamava Prosperi Antonio. Questo
Prosperi Antonio quando c’è stata la riesumazione dei morti,
l’abbiamo trovato – l’hanno trovato, sì, accostato alla parete della
camera, mummificato. Ancora – a occhi sbarrati – quando l’hanno
tirato fuori, gli si vedeva ancora il celeste degli occhi, pensa,
proprio – mummificato, era rimasto – dal terrore, st’occhi
sbarrati. E, quando l’hanno portato fuori è diventato tutto nero,
sennò prima [era] così ancora – perché s’era mummificato, era
stato là tre mesi – tre mesi, marzo, aprile, maggio; a luglio
l’hanno cominciato a [riesumare]. Tant’è vero che quando poi
hanno fatto la – come si chiama – autopsia, diciamo così, che
hanno fatto la riesumazione, [il dottor] Ascarelli ci disse che
quello non era morto subito. Non si sa quanti giorni, aveva
sofferto.
II. Tempi e luoghi
1. Cominciare dal principio
Sentite che ve dice er Sor Capanna er
millenovecento s’avvicina è aritornato er tempo
de la manna che a uffa ce la danno la farina.
(stornello tradizionale, Umberto Trugli,
Palombara Sabina)1
“Ma che cos’è, in fin dei conti, un inizio?” chiede lo
scrittore israeliano Amos Oz: “Esiste, in sostanza, un incipit
davvero appropriato per una storia? O piuttosto non è
sempre presente – allo stato latente, ma senza alcuna
eccezione – un inizio prima dell’inizio?”.
2
“È così difficile ricomin... cominciare dal principio” (Vera
Simoni).
b Da dove comincia questa storia? Dall’esplosione
della bomba a via Rasella, dall’8 settembre, dal 25 luglio, o
da molto prima? Tutti i narratori si muovono all’indietro, in
cerca di un altro inizio che dia forma e senso. Una biografia
del generale Sabato Martelli Castaldi, ucciso alle Fosse
Ardeatine, comincia così: “È l’una di pomeriggio del 19
agosto 1896, e Argia dà alla luce il suo primo bimbo”. Il libro
di Rosario Bentivegna, che accese la miccia a via Rasella,
comincia: “Una mattina come le altre. Presto, verso le prime
ore di quel 19 luglio...”, il bombardamento di San Lorenzo.
3
In molti mi hanno detto che avrei dovuto cominciare dal 16
ottobre, la deportazione dei romani ebrei; altri retrodatano
ancora, alle leggi razziste: “11 novembre 1938: un giorno
che non si dimentica”.
4 Marisa Musu, gappista, comincia da
un atto di nascita di un padre antifascista, datato 1888.
5 E
persino Erich Priebke, per spiegarsi, torna indietro: “Io,
Erich Priebke, sono nato il 29.7.1913 a BerlinHennigsdorf...”.
6
Ada Pignotti: “Noi, il paese nostro se chiama Oricola – lo
conosce? [vicino Avezzano, in Abruzzo]. Papà era un
poveraccio, era un contadino. Quello che raccoglievano,
facevano due parti a chi la lavorava e una parte a, al padrone
diciamo. Però, quand’era ultimo, il padrone se pigliava tutto
perché magari non se riusciva a fine anno; e allora glie dava
quello [di cui il contadino aveva bisogno], però poi doveva
[ri]darglielo raddoppiato. Noi purtroppo siamo vissuti così.
Allora ’n c’era altro, dove s’andava? O dovevi emigrare,
come fanno adesso questi che alle volte noi diciamo ‘eh, tutti
qua, tutti qua’. Però, i nostri ch’hanno fatto? Hanno emigrato
lo stesso, in America, in tutti i paesi stranieri, no”.
Adolfo Fantini
c
: “La storia parte dall’inizio del secolo. Mio
padre faceva parte di una famiglia poverissima, viveva in una
frazione dell’Agro degli Abruzzi, si chiama Coppito. Mio
nonno faceva i mattoni, impastavano a mano l’argilla e lui
quando non andava a scuola accompagnava mio nonno,
andava in giro in queste fornaci a fare i mattoni. Era la zona
di questo paese più scoscesa, era tutta piena di pietre dove
l’inverno scorreva l’acqua con i liquami delle bestie perché
sotto tutte le case erano delle stalle. Questo era il paese da
dove mio padre partì per l’America. Quando mia madre ha
voluto ristrutturare quei due buchi, lì dove era nato mio
padre, scavando nel pavimento che era allora la stalla – lei ci
aveva fatto un piccolo soggiorno – nella soglia hanno trovato
inciso sul cemento ‘Viva il socialismo’... Parlo dell’altro
secolo...”.

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