Quando siete felici, fateci caso – Kurt Vonnegut

SINTESI DEL LIBRO:
Noi vi vogliamo bene, siamo fieri di voi, ci aspettiamo cose belle da
voi e vi facciamo tanti auguri.
Questo è, con notevole ritardo, un rito di passaggio all’età adulta.
Finalmente siete in via ufficiale donne mature: cosa che eravate,
stando alla biologia, fin da quando avevate quindici anni o giù di lì.
Mi dispiace da morire che ci siano voluti tanto tempo e tanti soldi
prima di potervi dare una buona volta la patente di adulte.
Kin Hubbard, un umorista che scriveva sui giornali di Indianapolis
quando ero piccolo, pubblicava una battuta al giorno sull’Indianapolis
News. Una volta, me lo ricordo, scrisse: «Essere poveri non è una
vergogna, ma tanto varrebbe che lo fosse». Sui discorsi ai
neolaureati disse: «Secondo me sarebbe meglio se le università
insegnassero le cose veramente importanti nell’arco dei quattro anni,
invece di tenerle tutte per la fine».
Ma è questo che avrete da me: le cose veramente importanti tutte
alla fine.
Io sono così intelligente che ho capito cosa c’è che non va nel
mondo. Durante e dopo le nostre guerre, e i continui attacchi
terroristici in tutto il globo, ognuno si chiede: «Cos’è che è andato
storto?»
Ciò che è andato storto è che troppe persone, dagli studenti delle
superiori ai capi di stato, obbediscono al Codice di Hammurabi, un re
babilonese vissuto quasi quattromila anni fa. Ci sono echi del suo
codice anche nell’Antico Testamento. Siete pronte?
«Occhio per occhio, dente per dente».
Un imperativo categorico per tutti coloro che vivono obbedendo al
Codice di Hammurabi, compresi i protagonisti di ogni film di cowboy
e di gangster che abbiate mai visto, è questo: Ogni torto, reale o
immaginario, va vendicato. Qualcuno se ne pentirà amaramente.
(Risata satanica.)
E giù bombe – o quello che è.
Quando Gesù Cristo venne inchiodato alla croce disse:
«Perdonali, Padre, perché non sanno quello che fanno». Che razza
di uomo era? Qualunque vero uomo, obbedendo al Codice di
Hammurabi, avrebbe detto: «Ammazzali, papà, insieme a tutti i loro
amici e parenti, e fa’ sì che siano morti lente e dolorose».
La più grande eredità che Gesù ci ha lasciato, a mio modesto
parere, consiste di sole tredici parole. Sono l’antidoto al veleno del
Codice di Hammurabi, una formula concisa quasi quanto l’«E =
mc2» di Albert Einstein.
Gesù di Nazaret ci disse di pregare usando queste tredici parole:
«Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
E tanti saluti al Codice di Hammurabi.
Già solo per queste parole, Gesù merita di essere chiamato
«Principe della Pace».
Ogni azione di guerra, ogni azione di violenza, anche se compiuta
da uno schizofrenico paranoico, onora Hammurabi e mostra
disprezzo per Gesù Cristo.
Ci sono presbiteriane fra voi?
Voglio avvertirvi: molte persone sono state bruciate vive in
pubblico perché credevano in quello in cui credete voi. Perciò,
quando uscite di qui, guardatevi alle spalle.
Alcune di voi forse sapranno che sono un’umanista, o libero
pensatore, com’erano i miei genitori, i miei nonni e i miei bisnonni –
e quindi non sono cristiano. In quanto umanista, sto onorando mio
padre e mia madre, come la Bibbia sostiene che è giusto fare.
Ma, insieme a tutti i miei antenati americani, sostengo questo: «Se
le cose che Gesù ha detto erano giuste, e in buona parte anche
bellissime, che differenza fa se era Dio oppure no?»
Se Cristo non avesse pronunciato il Discorso della Montagna, con
il suo messaggio di misericordia e di pietà, io non vorrei essere un
essere umano.
Preferirei essere un serpente a sonagli.
La vendetta genera vendetta, che genera vendetta, che genera
vendetta, formando una catena continua di morte e distruzione che
lega le nazioni di oggi alle tribù barbare di migliaia e migliaia di anni
fa.
Può darsi che non riusciremo mai a dissuadere i governanti del
nostro paese o di qualunque altro paese dal reagire con la vendetta,
con la violenza, a ogni offesa o torto. Nell’attuale Era della
Televisione continueranno a trovare irresistibile la tentazione di
diventare intrattenitori, di fare a gara coi film nel far saltare in aria
ponti, stazioni di polizia, fabbriche e quant’altro.
Incendi, esplosioni. Venite a guardare. Oddio... oh, wow.
Per citare la buonanima di Irving Berlin: «There’s no business like
show business».
Ma nella nostra vita personale, nella nostra vita interiore,
quantomeno, possiamo imparare a fare a meno di questa
eccitazione malata, del gusto di avere conti da regolare con una
specifica persona, o con un gruppo di persone, o con una certa
istituzione, razza o paese.
E poi possiamo ragionevolmente chiedere che ci vengano rimessi
i nostri debiti, dato che noi li rimettiamo ai nostri debitori. E possiamo
insegnare ai nostri figli e poi ai nostri nipoti a fare lo stesso: in modo
che anche loro possano non essere mai una minaccia per nessuno.
Ok?
Amen.
Non che non siano successe anche tante cose belle, insieme a
quelle brutte, ben prima che voi arrivaste qui. Sto parlando della
creazione di opere d’arte. La musica, i dipinti. Statue, palazzi,
poesie, racconti, opere teatrali, e saggi, e film (ovviamente), e idee
piene di umanità, che ci fanno sentire onorati di appartenere alla
razza umana.
Che contributo potete dare voi? Siete giunte fino a qui, e non è
stato facile. Adesso vi recito un famoso verso del poeta Robert
Browning, con una piccola modifica. Ho sostituito la parola uomo,
con la quale ai suoi tempi si intendeva «essere umano», con la
parola donna.
Lasciatemi anche dire che sua moglie Elizabeth Barrett è stata
una poetessa altrettanto grande: «In quanti modi ti amo? Fammeli
contare...» e via dicendo.
E già che ci sono, sentite questa: la bomba atomica che abbiamo
lanciato sulla gente di Hiroshima fu immaginata per la prima volta da
una donna, non da un uomo. Si trattava, ovviamente, di Mary
Wollstonecraft Shelley. Non la chiamò «bomba atomica». La chiamò
«mostro di Frankenstein».
Ma tornando a Robert Browning, e alle sue parole su chi spera di
rendere il mondo un posto migliore. Ripeto: per l’occasione ho
cambiato la parola «uomo» in «donna».
«Una donna dovrebbe spingersi al di là di ciò che la sua mano
arriva a stringere, o a cosa serve il cielo?»
E ovviamente l’originale: «Un uomo dovrebbe spingersi al di là di
ciò che la sua mano arriva a stringere, o a cosa serve il cielo?»
Sigmund Freud disse che non sapeva cosa vogliono le donne. Io
sono così intelligente che non solo ho capito cosa c’è che non va nel
mondo, il Codice di Hammurabi, ma anche cosa vogliono le donne.
Le donne vogliono un sacco di persone con cui parlare. Di cosa
vogliono parlare? Vogliono parlare di tutto.
Gli uomini vogliono un sacco di amici – e non vogliono che ci si
arrabbi con loro.
Alcune di voi forse diventeranno psicologhe o pastori di una
chiesa. In entrambi i casi, dovrete vedervela con uomini, donne e
bambini a cui il tasso astronomico di divorzi nel nostro paese sta
rovinando la vita. È bene che sappiate che quando un marito e una
moglie litigano, può sembrare che sia per motivi di soldi, di sesso o
di potere.
Ma in realtà il motivo per cui si strillano contro a vicenda è la
solitudine. Quello che stanno davvero dicendo è: «Da solo non mi
basti».
Ai tempi in cui quasi tutti gli esseri umani vivevano all’interno di
famiglie allargate e abitavano nella stessa parte del mondo per tutta
la vita, il matrimonio era davvero qualcosa da festeggiare. Gli invitati
ridevano invece di piangere. Lo sposo otteneva un sacco di nuovi
amici, e la sposa otteneva un sacco di persone nuove con cui
parlare di tutto.
Oggigiorno invece, quando ci sposiamo otteniamo quasi sempre
una persona sola... e sì, certo, magari un po’ di parenti acquisiti male
in arnese, pronti ad ammazzarsi a vicenda e residenti a centinaia di
chilometri di distanza – se ci dice bene – in posti come Vancouver, in
Canada, o Hollywood, in Florida.
E quindi ripeto: se qualcuna di voi ragazze ben istruite si troverà
nella posizione di consulente riguardo a un matrimonio in crisi, per
favore rendetevi conto che il vero problema potrebbero non essere i
soldi, il sesso, il potere o l’educazione dei figli. Il vero difetto della
moglie, dal punto di vista del marito, potrebbe essere che lei da sola
non gli basta. Il vero difetto del marito, dal punto di vista della
moglie, potrebbe essere che lui da solo non le basta.
Se stabilite che è questo il vero motivo per cui si strillano contro,
ditegli di diventare più numerosi l’uno per l’altra entrando a far parte
di una famiglia allargata artificiale: come gli Hell’s Angels, per dire, o
l’Associazione Umanista Americana, con sede ad Amherst, nello
stato di New York, o la parrocchia più vicina.
Una volta in Nigeria ho incontrato un tale, un Ibo che aveva
seicento parenti che conosceva abbastanza bene. La moglie aveva
appena avuto un bambino, la migliore notizia possibile in qualunque
famiglia allargata.
Avevano intenzione di portarlo a conoscere tutti i parenti, Ibo di
ogni età, forma e stazza. Avrebbe anche conosciuto altri neonati,
cuginetti non molto più grandi di lui. Tutti quelli che erano
abbastanza grandi e robusti l’avrebbero preso in braccio, coccolato,
gli avrebbero farfugliato paroline dolci e detto che era un amore, o
un bel giovanotto.
Non vi sarebbe piaciuto essere quel bambino?
Ecco un dato di fatto: questo mio splendido discorso è già lungo
più del doppio dell’orazione più efficace ed efficiente della storia
americana, il discorso di Abraham Lincoln sul campo di battaglia di
Gettysburg.
Mentre vi parlo, l’aria stessa che respiriamo vibra di parole e
immagini della CNN. Agli albori della radio, mi ricordo che la gente
che abitava troppo vicino ai trasmettitori della KDKA di Pittsburgh
sentiva gli sceneggiati nelle molle del letto e nelle travi dei ponti.
E oggi, in effetti, la tv è un elemento così pervasivo nella vita di
tanti americani che potrebbero benissimo sentire Wolf Blitzer nelle
molle del letto e nelle travi dei ponti. E ho anche un genero che è
stato inghiottito dal suo computer. Ci è finito dentro ed è scomparso,
non so se riusciremo mai a tirarlo fuori. E ha moglie e figli!
C’è stato un tempo in cui un oratore, rivolgendosi a una platea di
neolaureate, guardando un mare di bellezza e di innocenza come
questo, vi avrebbe messe in guardia da tutti i topi di fogna che
avreste incontrato una volta uscite da qui e avviate per le luride
strade del mondo reale. Intendo uomini lascivi, infedeli, dongiovanni
da strapazzo e principi azzurri sociopatici. Ma riviste come
Cosmopolitan ed Elle vi hanno già raccontato tutto di loro, e spiegato
come proteggervi.
Se qualcuno dice che vi ama, controllate bene.
E il governo statale e federale, grazie al cielo, vi ha detto di non
fumare, che le sigarette sono il male incarnato... E quale persona
sana di mente non odia il male con tutto il cuore?
Le sigarette fanno molto male; invece i sigari fanno molto bene.
Sono talmente salutari che c’è perfino una rivista tutta dedicata a
loro, con foto di personaggi famosi che fumano sigari in copertina.
Perché i sigari, chiaramente, sono fatti di frutta secca – di
noccioline, uvetta e cereali. Perché stasera prima di andare a letto
non vi mangiate tutte un bel sigaro?
Zero colesterolo.
Anche le armi da fuoco fanno un gran bene. Zero grassi, zero
nicotina e zero colesterolo.
Chiedete al parlamentare che avete eletto se non è vero.
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