Bad Monkeys – Matt Ruff

SINTESI DEL LIBRO:
È la stanza che un drammaturgo poco ispirato potrebbe inventarsi davanti
al vuoto della prima pagina. Pareti bianche. Soffitto bianco. Pavimento
bianco. Non completamente priva di dettagli, ma quasi, abbastanza da
sollevare il sospetto che i suoi scarsi elementi siano tutti decisivi nell'azione
a venire.
Su una delle due sedie accostate a un tavolo bianco rettangolare è seduta
una donna. Ha avanti a sé le mani, coi polsi ammanettati; indossa una tuta
arancione da carcerata il cui colore sgargiante pare smorto nel candore
generale. Appesa al muro sopra il tavolo c'è la fotografia di un politico
sorridente. Di tanto in tanto la donna alza gli occhi e guarda la foto, oppure
la porta, che è l'unica via d'uscita, ma per lo più si fissa le mani, e aspetta.
La porta si apre. Entra un uomo in camice bianco, introduce altri elementi
scenici: un portadocumenti e un registratore a cassette portatile.
«Salve», fa lui. «Jane Charlotte?».
«Presente», fa lei.
«Sono il dottor Vale». Chiude la porta e si avvicina al tavolo. «Sono qui
per farti alcune domande, se non ci sono problemi». Vedendola che scrolla
le spalle, le chiede: «Lo sai dove ci troviamo?».
«Se non hanno spostato la stanza…». E poi: «Nel carcere della contea di
Las Vegas. Nell'ala dei matti».
«E lo sai perché sei qui?».
«Sono in carcere perché ho ucciso una persona che non dovevo
uccidere», è la sua risposta prosaica. «Quanto al perché sono qui, mi sa che
c'entra quello che ho detto agli agenti che mi hanno arrestato».
«Esatto». Fa un gesto verso la sedia vuota. «Posso accomodarmi?».
Una seconda scrollata di spalle. Il dottore si siede. Con il registratore
vicino alle labbra declama: «7 aprile 2002, le 9,45 circa. Dottor Richard
Vale, a colloquio con il soggetto Jane Charlotte, di… l'indirizzo di casa
tua?».
«Al momento, diciamo, sto traslocando».
«…Senza domicilio stabile». Posa sul tavolo il registratore ancora acceso
e apre la cartella. «Dunque… agli agenti che ti hanno arrestata hai detto che
lavori per un'organizzazione segreta anticrimine di nome Bad Monkeys».
«No», risponde.
«No?».
«Non combattiamo il crimine, combattiamo il male. C'è una differenza. E
Bad Monkeys è il nome della mia divisione. L'organizzazione in sé non ha
un nome, almeno che io sappia. La chiamiamo semplicemente
l'"Organizzazione"».
«E cosa sta a significare Bad Monkeys?».
«È un soprannome», dice. «Ogni divisione ne ha uno. Tranne che sulla
carta intestata, i nomi ufficiali sono troppo lunghi e complicati da usare, per
cui ci si inventa delle versioni semplificate. Il ramo amministrativo, per
esempio, ufficialmente si chiama Dipartimento per l'Utilizzo Ottimale delle
Risorse e del Personale, ma tutti lo chiamano Costi-Benefici. E per il
gruppo di intelligence, il nome completo è Dipartimento Sorveglianza
Ubiqua Intermittente, ma tra di noi lo chiamiamo Panopticon. Quanto alla
mia divisione, Dipartimento per la Destinazione Finale delle Persone
Irredimibili…».
«Persone irredimibili», sorride il dottore. «Le bad monkeys, le scimmie
cattive».
«Esattamente».
«Non dovrebbe essere i primati cattivi?». Non ricevendo risposta, prova a
spiegarsi: «Gli esseri umani sono più imparentati ai grandi primati che…».
«Sembri Phil reincarnato…».
«Chi sembro?».
«Il mio fratellino. Philip. Anche lui è un pedantone». Scrolla le spalle.
«OK, sì, tecnicamente mi pare che Primati è più esatto di Scimmioni. E
tecnicamente», solleva le braccia e dà una scrollata alle manette, «queste
andrebbero chiamate polsette. E invece hanno un altro nome».
«Insomma nel tuo lavoro con la Bad Monkeys», domanda il dottore,
«cos'è che fate? Punite la gente malvagia?».
«No. Di solito la uccidiamo e basta».
«E uccidere non è una punizione?».
«Lo è se lo fai per vendetta. Ma l'Organizzazione ha altri fini. Noi
cerchiamo solo di fare del mondo un posto migliore».
«Uccidendo uomini malvagi».
«Mica tutti. Solo quelli che secondo la Costi-Benefici faranno molto più
male che bene se continuano a respirare».
«Non ti scoccia uccidere la gente?».
«Di regola no. Non è come per i poliziotti. Voglio dire, gli sbirri hanno a
che fare con gente di ogni tipo e a volte, nel far rispettare la legge, gli tocca
colpire persone che non sono poi troppo cattive. E capisco che questo possa
crearti problemi di coscienza. Ma la gente cui diamo la caccia con la Bad
Monkeys non è del tipo per cui si hanno sentimenti contraddittori».
«E l'omicidio per cui ti hanno arrestata, l'uomo si chiamava…».
«Dixon», risponde. «Lui non era una scimmia cattiva».
«Ah no?».
«Era una testa di cazzo. Non mi piaceva. Ma non era malvagio».
«Allora perché l'ha ucciso?».
Scuote la testa. «Questo non glielo posso dire. Anche se pensassi che
potrebbe credermi, non avrebbe senso dirglielo se prima non le racconto
tutto il resto. Ma è una storia lunga».
«Stamattina non ho altri impegni».
«No, voglio dire, è una storia lunga lunga. Stamattina posso al limite
esporle il prologo; per raccontarla tutta mi ci vorrebbero giorni».
«Ti rendi conto che resterai qui per un bel pezzo?».
«Certamente», risponde. «Sono un'assassina. Ma non è un buon motivo
per far perdere tempo a lei».
«Tu questa storia la vuoi raccontare?».
«Credo che una parte di me lo voglia. Insomma, non ero tenuta a parlare
della Bad Monkeys ai poliziotti».
«Bene, allora, se ti va di parlare, a me va di ascoltare».
«Penserà che sono pazza. Forse lo pensa già ».
«Proverò a essere di vedute aperte».
«È irrilevante».
«Perché non cominci e vediamo che viene fuori?», propone il dottore.
«Dimmi come sei entrata in contatto con l'Organizzazione. Da quant'è che
lavoravi per loro?».
«Otto mesi circa. Sono stata reclutata nel 2001, subito dopo la caduta
delle Torri Gemelle. Ma quello non fu l'inizio vero e proprio. La prima volta
che le nostre strade s'incontrarono fu quand'ero adolescente».
«Cosa accadde?».
«Mi sono imbattuta in un'operazione della Bad Monkeys. È così che
molti finiscono reclutati: si trovano nel posto sbagliato al momento
sbagliato, finiscono in mezzo a un'operazione, mostrano il loro potenziale,
l'Organizzazione prende nota. Passa il tempo - possono essere giorni, o
decenni -, si libera un posto e la Sangue Fresco gli fa una visita».
«E allora parlami dell'operazione in cui ti sei imbattuta».
«Be', tutto è cominciato quando ho capito che il bidello del mio liceo era
l'Angelo della Morte…».
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