Mussolini contro Lenin – Emilio Gentile

SINTESI DEL LIBRO:
Dal 1904 al 1914 Lenin e Mussolini camminarono su vie parallele, ma non
provenivano da parallele esperienze di vita. L’italiano aveva sei anni quando
il russo diciannovenne decise di dedicare la sua vita alla rivoluzione
socialista. Nessun parallelo è possibile neppure fra i due paesi in cui
nacquero, trascorsero l’adolescenza e si formarono assumendo i tratti della
personalità che rimasero immutati nel variare delle esperienze, delle
condizioni di vita, degli eventi, e delle situazioni in cui vissero. Inoltre,
molte erano le differenze per origine sociale, famiglia, educazione
scolastica, e persino per l’iniziazione alla militanza rivoluzionaria. Le
differenze fra i due erano tali da rendere impossibile un profilo di vite
parallele nel periodo precedente il loro probabile incontro, nella Brasserie
Handwerk a Ginevra il 18 marzo 1904.
Vladimir, studente modello
Vladimir Il’ič Ul’janov nacque il 22 aprile 1870 a Simbirsk sul Volga. La
sua era una famiglia benestante, che nell’albero genealogico aveva un ramo
ebreo, uno tedesco, uno svedese, uno mongolo. Il bisnonno paterno era
stato un servo della gleba, ma il padre di Vladimir, Il’ja Nikolaevič, aveva
compiuto una straordinaria ascesa sociale, diventando professore di
matematica e poi ispettore generale dell’istruzione elementare, e meritò
per il suo servizio il conferimento della nobiltà ereditaria nel 1874. Da
giovane, Vladimir si firmava: “nobile ereditiere”
1
.
Suo padre, un conservatore illuminato ma devoto allo zar e alla Chiesa
ortodossa, cercò di tenere lontani i figli e le figlie dal contagio delle idee
rivoluzionarie che allora infiammavano tanti giovani studenti, infervorati
dal movimento populista che combatteva l’autocrazia zarista con il
terrorismo, per l’emancipazione dei contadini. La madre di Vladimir,
Marija Aleksandrovna Blank, era figlia di un medico di madre svedese e di
padre ebreo, proprietario terriero e nobile ereditario. Convertitosi alla
Chiesa ortodossa, il nonno materno di Vladimir aveva sposato la figlia di
un mercante tedesco di religione luterana, che non volle convertirsi alla
religione ortodossa. Cresciuta nella religione luterana, ma non praticante,
Marija Aleksandrovna conosceva il tedesco e il francese, amava la musica e
la insegnò ai figli.
Vladimir, chiamato in famiglia Volodja, imparò dalla madre a suonare il
piano e a cantare. Era il terzo di sei figli, tre maschi e tre femmine. Tutti
crebbero in un ambiente agiato e tranquillo, col prestigio sociale che la
carica conferiva al padre, accuditi da una madre affettuosa ma severa,
educati nel rispetto dell’autorità, nel senso del dovere, nella disciplina del
carattere, nell’amore per la cultura, nell’impegno per lo studio. E nelle
pratiche religiose, ma senza bigotteria.
Volodja, soprannominato da bambino “Botticella” perché basso e
grassottello, in famiglia era vivace, dispettoso, turbolento, irritabile, mentre
a scuola era uno studente modello per la disciplina e lo studio, sempre il
primo della classe in quasi tutte le materie, specialmente in greco e latino.
Il direttore del liceo, Fëdor Kerenskij, lo vedeva predestinato ad eccellere
negli studi umanistici.
Benché poco socievole, Vladimir “aveva un’indole calma e gioviale”, ma
“non aveva veri amici”, come ricordava il suo compagno di banco: era
“molto diverso da noi; non partecipava mai ai giochi e alle marachelle
dell’infanzia e dell’adolescenza, né nelle prime classi né in seguito. Era
sempre occupato a studiare o a redigere qualche lavoro scritto”. Vladimir –
raccontò un altro compagno di classe – era “un’enciclopedia ambulante,
utilissimo ai compagni”
2
. Studiare era la sua passione principale, altre non
ne aveva, a parte il gioco degli scacchi, congeniale alla sua intelligenza e
capacità di concentrazione, e l’attività sportiva, che praticò sempre.
Assiduo lettore di poesie e di romanzi, specialmente russi, mai negli anni
scolastici Vladimir fece un gesto di ribellione, salvo un’occasionale
monelleria. Non espresse mai una opinione politica. “Per farla breve –
affermò la sorella maggiore Anna – non aveva convinzioni politiche
SCARICA IL LIBRO NEI VARI FORMATI :
Commento all'articolo