La lady perfetta – Julia Quinn

SINTESI DEL LIBRO:
Dopo essere stato per anni il bersaglio di scherzi, canzonature e
scoppi devastanti di risa, Hugh Theodore Dunne, conte di Briarly,
aveva finito per comprendere che un fratello maggiore esisteva
innanzitutto per il divertimento delle sorelle. E i suoi genitori gliene
avevano date ben quattro. Dopo aver messo al mondo il loro erede,
avevano cercato di procurarsi una riserva, ma erano riusciti a
generare soltanto femmine capaci di trasformare la presa in giro del
fratello in una forma d'arte.
— Una lista! — esclamò la sua sorella più grande, Carolyn, quasi
soffocando dal ridere. — Georgie, hai sentito cos'ha appena detto
Hugh?
Forse lui non avrebbe dovuto fare quella richiesta in presenza
della migliore amica di sua sorella, considerando la violenza con cui
anche lady Georgina Sorrell si stava contorcendo per le risate.
— Cosa c'è di così maledettamente divertente? — domandò,
cominciando a irritarsi. — Non mi hai ripetuto migliaia di volte che
devo sposarmi, se non voglio che quel damerino di Simon erediti il
titolo? E ora che sono qua, chinato e pronto a offrire il collo al cappio
del curato, voi due svenite dal ridere?
— Ma certo che devi sposarti! — rispose Carolyn. — Ricordo
bene di avertelo ripetuto migliaia di volte. Ma adesso che finalmente
ti sei deciso, vuoi che sia io a trovarti una moglie? — Ricominciò a
ridere fragorosamente. — E vuoi che ti faccia una lista?
— Mi dispiace — disse Georgina, senza fiato. — Non volevo
prendermi gioco di nessuno. Sono argomenti di cui dovreste parlare
in privato. Ora me ne vado.
Hugh non poté fare a meno di sorridere vedendola ridacchiare
dietro la mano. Georgina gli era sempre piaciuta, anche quand'era
così piccola da portare il grembiulino, e ultimamente era raro che
sorridesse.
— Siate serie — ordinò. — Non ho tempo da perdere nelle sale
da ballo. Voi, invece, bazzicate quei luoghi di continuo; conoscete la
fauna, quindi limitatevi a indicarmi una donna di buon lignaggio e
con bei denti.
— Tuo fratello sembra a una fiera, alla ricerca della mucca con il
pedigree migliore! — disse Georgina a Carolyn.
— No, non una. mucca — ribatté lei. — Un cavallo. Sai bene che
le uniche cose di cui Hugh si occupi, notte e giorno, sono i cavalli.
— Va bene, tormentatemi — sospirò Hugh. — Fate di me ciò che
volete, ma datemi una lista.
— Hugh... — iniziò Carolyn.
Lui inarcò un sopracciglio.
— Parli sul serio?
Era piuttosto normale che sua sorella non lo considerasse serio.
— Non ho tempo per cercare una moglie cercò di spiegarle con tutta
la persuasione possibile. — In questo momento sono occupato a
domare un nuovo, fantastico stallone. E di conseguenza...
— Aspettate un momento — lo interruppe Georgina. — Che cosa
vi ha fatto decidere di sposarvi così improvvisamente e con tale
urgenza? — Dalla sua voce era scomparsa qualsiasi traccia di
ilarità.
— Sta finalmente crescendo — osservò Carolyn con fare
noncurante. — E a ventotto anni non è certo troppo presto.
Georgina scosse la mano impaziente. — Dev'essere accaduto
qualcosa che l'ha convinto, Caro. — Si voltò verso Hugh. — Su,
ditecelo: cos'è successo?
Hugh la fissò. Conosceva Georgina da quando lei aveva cinque
anni. Le loro madri erano amiche intime e avevano la consuetudine
di trascorrere insieme l'estate. Non che l'avesse frequentata molto,
negli ultimi anni. Per la verità non aveva più avuto occasione di
conversare con lei dal funerale del marito. Che era stato... quando,
due anni prima?
— Hugh? — lo chiamò Carolyn, anche lei tornata alla serietà.
— Non c'è bisogno di farne un affare di stato — disse lui,
chiedendosi in quale momento gli occhi di Georgina fossero diventati
così seri. Da bambina sprizzava sempre felicità ed energia, eppure
adesso era decisamente una matrona... una vedova, anche se non
poteva avere più di venticinque anni, la stessa età di Carolyn. Anche
in quel momento stava lì, seduta con la schiena dritta, a fissarlo con
aria severa. — Richelieu mi ha disarcionato — sospirò infine.
Carolyn restò senza fiato. — Ma non vieni disarcionato di
continuo?
L'angolo della bocca di Hugh ebbe uno spasmo. — È una specie
di braccio di ferro. Non si può domare un cavallo del tipo che piace a
me senza rompersi un osso, di tanto in tanto.
— Ma ovviamente stavolta è stato diverso — disse Georgina. —
Cos'è successo?
— Sono andato... fuori — ammise lui riluttante.
— Fuori? — ripeté Carolyn. — Fuori da cosa?
— Fuori di me. In coma, mi hanno detto.
— Per quanti giorni? — s'intromise Georgina. Aveva la voce
ferma e calma, com'era da aspettarsi, dato che aveva visto suo
marito morire. E gli ci erano voluti mesi... quasi un anno.
— Una settimana — disse lui rassegnato.
— E si può sapere perché io vengo informata solo ora? — strillò
Carolyn. I suoi grandi occhi blu si stavano riempendo di lacrime, il
che era esattamente il motivo per cui non l'aveva informata prima.
— Peckering ha istruzioni chiarissime su cosa fare in casi del
genere. E le ha seguite.
Nella stanza ci fu un attimo di silenzio.
— Peckering è il vostro stalliere? — domandò Georgina.
— Cameriere personale — disse lui. — Gli affiderei la mia vita.
— E il tuo Peckering ha chiamato un medico? Questo semplice
atto fa parte delle sue istruzioni?
— Ovvio che no. Cos'avrebbe potuto fare un medico? Lo sai:
dopo un calcio in testa o ti risvegli o non ti risvegli.
— E dopo il risveglio ci si può anche ritrovare invalidi per il resto
della vita — commentò Georgina. Era molto pallida, così pallida che
le sue lentiggini si notavano più del solito. Ma in fondo era sempre
pallida. Un colorito che si adattava perfettamente ai suoi brillanti
capelli rossi.
— Non sono rimasto ferito — si limitò a ribattere lui. — E ora
sono del tutto compos mentis, come entrambe potete vedere.
A dire il vero, un bel po' di paura se l'era presa, soprattutto
quando, all'inizio, non gli era tornata la vista. Era stato proprio quel
giorno, durante il quale era stato avvolto dal buio, che aveva capito
che era arrivato il momento di generare un erede. Oppure avrebbe
dovuto smettere di addestrare cavalli. Ma una moglie era un destino
infinitamente preferibile alla rinuncia della sua passione.
— Oh, Hugh — esclamò Carolyn con un gemito. — Che cosa
orribile!
Lui la raggiunse, la sollevò come se fosse stata una ragazzina e
se la fece sedere in grembo. — Sto bene, Caro — sussurrò,
massaggiandole la schiena. — Sai che addestrare i cavalli può
essere rischioso. Mi hai visto cadere cento volte.
— Non capisco perché tu non possa assumere qualcuno che
faccia la parte pericolosa del lavoro — gemette lei appoggiandogli il
capo alla spalla. — Gli altri hanno un istruttore professionista, lo sai,
vero?
Improvvisamente a Hugh tornò in mente una volta in cui aveva
tenuto la sorella in braccio così, quand'era molto più piccola e si
succhiava il pollice. Doveva essere accaduto dopo la morte della
madre, quando lui aveva dieci anni e sua sorella cinque o sei.
— Lavorare con i cavalli è la mia vita — le disse semplicemente.
— Ho stallieri e istruttori professionisti. Diavolo, ne ho un esercito, se
si contano le scuderie in Scozia e nel Kent. Ma quando arriva un
cavallo come Richelieu, posso toccarlo solo io.
— Perché non puoi lavorare con cavalli normali, allora? — ribatté
lei. — Perché devi scegliere sempre i terribili arabi, così violenti e
incontrollabili?
— Non sono violenti per natura — disse lui, ripensando ai
meravigliosi animali con cui aveva passato la vita. — Richelieu è
molto vivace e per lui è un gioco cercare di avere la meglio su di me.
Se umilio il suo spirito, sopprimo la sua capacità dì vincere.
— Non conosco nessun altro aristocratico che passi le proprie
giornate in modo tanto pericoloso — obiettò Carolyn in tono di
rimprovero. Significava che si sentiva meglio.
Allora Hugh la mise in piedi e si alzò sorridendo. — Finalmente
ritrovo la mia sorellina bisbetica!
— Non sono io a essere bisbetica: sei tu che mi fai impazzire.
Non ti vedo per mesi, e a un certo punto vengo a scoprire che sei
stato in punto di morte!
— Ed è stato doloroso?
Lui si voltò e incontrò lo sguardo di Georgina. Aveva occhi molto
belli, del colore della lavanda scura, il tipo di fiori che la sua
governante appendeva nell'armadio della biancheria. E guardava un
uomo con schiettezza, senza moine. Certo, con lui non avrebbe mai
fatto la smorfiosa: per lei era quasi un fratello maggiore.
— No — rispose. E subito si corresse. — Sì. — Non voleva
mentirle. — La testa mi faceva un male del diavolo quando mi sono
svegliato. A causa della luce, immagino. Ma dopo qualche giorno
stavo benissimo.
Carolyn corse verso la porta con un gemito. — Piers... eccoti,
finalmente. Vuoi sapere una cosa terribile? Hugh è stato in coma per
una settimana e non ce l'ha fatto sapere! — E si accasciò tra le
braccia del marito.
— Finchley. — Hugh salutò il cognato.
Il marchese piegò leggermente il capo. — Uno zoccolo in testa?
— Purtroppo.
— Ora mi sembra che stia bene, cara — disse Finchley
all'orecchio della moglie.
— È quasi morto — disse lei singhiozzando.
Finchley lanciò al cognato uno sguardo che esprimeva molto
chiaramente che non avrebbe mai dovuto dirglielo.
— Non volevo — borbottò Hugh tornando a sedersi. — È stata
lady Georgina che mi ha estorto la rivelazione.
Georgina raddrizzò ancora di più la schiena. — Quando ci ha
informate che era disposto a sacrificarsi sull'altare nuziale — disse
asciutta — ho capito che, per arrivare a tanto, doveva avere sfiorato
la morte.
Finchley annuì. — Già, solo qualcosa di spiacevole può
strapparlo dalle scuderie.
A Hugh quel commento non piacque: in fin dei conti, negli ultimi
dieci anni aveva triplicato il patrimonio ricevuto in eredità proprio
grazie all'importazione e all'allevamento di purosangue arabi.
— Be', ora sono qua. Intendo sposarmi, quindi, se vuoi ridere di
me, non farti problemi.
Il marchese strinse la moglie alla vita, lanciando al cognato uno
strano sorriso sghembo.
— Perché dovrei?
Il loro era un matrimonio d'amore, altrimenti Hugh non l'avrebbe
permesso: Carolyn era sempre stata la sorella dal cuore più tenero;
aveva bisogno che ci si prendesse cura di lei, e il marchese era
l'uomo giusto per farlo.
— Vuole che lei gli faccia una lista — spiegò Georgina.
— Che tipo di lista? — domandò Finchely.
— Una lista di donne da sposare — precisò Hugh, cominciando a
considerarla un'idea stupida. Ora anche suo cognato avrebbe
iniziato a prenderlo in giro.
— Io credo che una moglie sia più che sufficiente disse lui
sorridendo.
— Grazie per il prezioso consiglio — ribatté Hugh. — Ma ora
potresti smettere di stare aggrappata a tuo marito e incominciare a
buttare giù un paio di nomi, Caro? Pensavo di andare all'Almack
stasera stessa e iniziare subito a occuparmene.
— All'Almack? Nel caso in cui non ve ne foste accorto, la
Stagione è finita. Più di una settimana fa. — La voce di Georgina
aveva di nuovo una nota allegra. Hugh detestava vedere i suoi occhi
colmi di tristezza. Dannato il marito che l'aveva lasciata vedova.
— Quindi, non posso incontrare delle donne solo perché la
Stagione è finita? Ma tu, Caro, non andavi all'Almack quasi ogni
sera, l'anno in cui hai debuttato?
— L’Almack è aperto una volta alla settimana e solo durante la
Stagione; inoltre tu sei l'ultima persona che può sapere quanto
spesso ci andassi — ribatté Carolyn in tono aspro. — Zia Emma
sperava sempre che una sera mi avresti accompagnato, ma tu non ti
sei mai preso il disturbo. Neanche una volta.
— I fratelli non...
— Non ci provare — lo interruppe lei. — Persino il tuo migliore
amico, il conte di Charters, questa Stagione ha fatto il giro di tutta
Londra insieme a sua sorella.
— Povero Alec — esclamò Hugh divertito. — Quindi, dovrei
chiedere a lui di farmi una lista? Conoscerà tutte le donne sul
mercato, se ha passato il suo tempo a balli e feste.
— Se qualcuno deve farti una lista, sarò io — disse Carolyn. —
Io mi comporterò da sorella e ti aiuterò a trovare una sposa, anche
se tu hai completamente trascurato di aiutarmi nella medesima
impresa.
— Ma tu hai debuttato l'anno in cui ho importato dall'Arabia
Monteleone — ribatté Hugh. — Richelieu, il cavallo con cui sto
lavorando al momento, discende da lui.
— Ho guadagnato un sacco di soldi grazie a Monteleone, quando
ha vinto ad Ascot — disse soddisfatto Finchley. Trascinò la moglie
verso un divano e sedette accanto a lei.
— Vedi? Finchley è riuscito ad acciuffarti anche senza il mio
aiuto. Se io avessi bighellonato nelle sale da ballo, Monteleone non
avrebbe vinto — fece notare Hugh.
— Ma se Monteleone non avesse vinto, nessuno si sarebbe
interessato alla sua discendenza e voi non sareste stato quasi
ucciso dallo zoccolo di Richelieu — si intromise Georgina.
— Georgie — disse lui, recuperando il suo soprannome da
bambina. — Per l'amor di Dio, non volete darmi una mano neppure
voi?
Carolyn si raddrizzò, tirando su con il naso. — Allora, chi è adatta
a mio fratello, Georgina?
Le due amiche fissarono Hugh per un momento.
— Gwendolyn Passmore? — ipotizzò Georgina, con appena una
nota dubbiosa nella voce.
— Proprio quello che pensavo — disse Carolyn scuotendo la
testa.
— Perché no? — domandò Hugh. Poi si rese conto di non avere
idea di chi fosse questa Gwendolyn Passmore. — È strabica? Ha
una pelle devastata dall'acne?
— Gwendolyn non ha acne. Probabilmente è la debuttante più
bella della Stagione. Capelli rosso chiaro, meravigliosamente
ondulati...
— Mi piacciono i capelli rossi — dichiarò Hugh. — Ma non avete
detto che la Stagione è finita? E allora perché, se è un tale
fenomeno, non è stata già accalappiata?
— Ha rifiutato almeno tre offerte, lo sanno tutti, e sono sicura che
ce ne siano state altre. Si dice che aspetti la dichiarazione del duca
di Bretton.
— Gli scommettitori puntano parecchio sulla fine della libertà del
duca — s'intromise Finchley. — Ha danzato con lei due volte, al
ballo dei McClendon.
— Non ha scuderie degne di nota — obiettò Hugh scrollando le
spalle.
— Non è con le scuderie che si conquista una donna — ribatté
Carolyn guardandolo accigliata. — Bretton ha un patrimonio
notevole.
— Ed è anche molto bello — aggiunse Georgina.
— E io no? — Per qualche motivo il commento di Georgina
l'aveva irritato. Certo, lui non svolazzava per le sale da ballo, ma le
donne con cui era stato... amico intimo non avevano mai mancato di
dimostrargli il loro apprezzamento. Anzi, aveva la netta sensazione
che le sue larghe spalle e il corpo muscoloso fossero tenuti in
grande considerazione dal gentil sesso.
— È al di sopra delle tue possibilità — tagliò corto sua sorella. —
Troppo bella e ricercata.
Non sono d'accordo — disse Georgina aggrottando le
sopracciglia. — Gwendolyn sarebbe fortunata a sposare Hugh.
Il problema è che... non so se lo vorrebbe.
Perché no? — chiese lui.
— È un po' timida.
— E tu hai la grazia di un elefante — si affrettò ad aggiungere
sua sorella. — E poi Gwendolyn ha un enorme successo.
— È la Carolyn dell'anno — disse Finchley abbracciando la
moglie con trasporto.
Hugh lo guardò. Qualunque cosa gli fosse successa, non voleva
diventare malato d'amore come suo cognato. Tuttavia...
— Se tu hai conquistato la debuttante migliore, posso farlo
anch'io.
— Ma come puoi fare certi paragoni? — esclamò sua sorella,
esasperata. — Piers sa ballare. E mi ha corteggiato, Hugh. Davvero.
Mi ha mandato mazzi di viole ogni mattina per tre settimane di fila.
Tu potresti fare cose del genere? Non sai neanche... No, togliti
Gwendolyn dalla testa.
— E che ne dite della signorina Katherine Peyton? disse
Georgina. — È adorabile e viene dalla campagna. Capisce le
scuderie.
Carolyn si prese il mento tra le dita, pensierosa. — Sì, una sera
ho sentito che domandava a lord Nebel quante pecore avesse nella
sua proprietà. Io non sapevo neanche che avesse delle pecore.
— Mmm... penso di preferire Gwendolyn — disse Hugh. —
Guardate com'è felice Finchley ad aver catturato la donna più bella
sul mercato. Sì, lo so che non vi piacciono questi confronti —
aggiunse, cercando di prevenire eventuali obiezioni. — Tuttavia
trovare moglie non mi sembra molto diverso dall'acquisto di un
cavallo. C'è sempre una puledra che tutti pensano genererà un
campione. Quest'anno è Gwendolyn, quindi è lei che voglio.
Carolyn roteò gli occhi. — Non puoi acquistare Gwendolyn,
Hugh!
Lui sapeva che era meglio tacere, a quel proposito. Ma covava
l'idea che il padre di Gwendolyn, chiunque fosse, non sarebbe stato
poi così scontento di sapere che la proprietà del conte di Briarly era
una delle più ricche d'Inghilterra. E se avesse offerto Richelieu come
regalo nuziale...
— Kate è assolutamente affascinante — ribadì Georgina. — Ride
in modo adorabile e ha una bella figura. Inoltre ha denti bellissimi...
A Hugh non piaceva che proprio Georgina stesse scegliendo la
moglie per lui... e che per di più si prendesse gioco di lui mentre lo
faceva. Cosa c'era di sbagliato nell'apprezzare i denti buoni? Anche i
denti di Georgie erano dritti e bianchi, come poteva ben vedere, dal
momento che stava ridendo di nuovo. A nessuno poteva far piacere
sposare una donna con i denti neri e storti.
— Concordo che Kate Peyton sia una buona idea disse Carolyn.
— Non credi, Piers?
Finchley scrollò le spalle. — Per me non ha senso pianificare
cose del genere.
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