Atti relativi alla morte di Raymond Roussel- Leonardo Sciascia

SINTESI DEL LIBRO:
«Sul pavimento, in posizione supina, giace il cadavere d'un
uomo dall'apparente età di a. -"; e "in secondo luogo che
il cadavere suddetto indossa le vestimenta, cioè: camicia
bianca da notte, mutande bianche, calze nere e magliettina di filolana colore champagne". (Lo champagne per il
colore della maglietta non è un estro del pretore: era allora di moda.)
Era presente nella camera 224, quale perito, il dottor
Federico Rabboni; e c'erano anche i facchini Antonio
Kreuz di Antonio, d'anni 37, da Vienna e Loi Antonino
fu Giuseppe, d'anni 30, da Cagliari; i quali, invitati "ad
esaminare attentamente il cadavere qui giacente e a dichiarare a chi abbia appartenuto in vita, hanno l'un dopo
l'altro risposto nei seguenti termini: Il cadavere che V.S.
mi mostra è quello di Raymond Roussel fu e fu
Marguerite Chalon2 nato a Parigi il 20-1-1877". Maternità, luogo e data di nascita, che i facchini certo non conoscevano, furono calati poi nel verbale da penna diversa.
Restò vuota la paternità: una di quelle dimenticanze, di
quei lapsus, di quei disguidi che attingono al mistero, all'imperscrutabile; e se Savinio si fosse imbattuto in queste
carte, ne sarebbe stato deliziato.
Dopo iì riconoscimento dei facchini, il pretore fece
"colle debite cautele di legge spogliare l'indicato cadavere
delle vestimenta che indossava"; e il dottor Rabboni procedette all'ispezione esterna dichiarando: "trattasi di
uomo ormo-tipo (sic: per normo-tipo), masse muscolari e
pannicolo adiposo ben sviluppato, semi-rigidità cadaverica; colorito della pelle visibilmente pallido - Macchie
ipostatiche estese al dorso, agli arti inferiori. Nessuna lesione esterna si nota, ad eccezione di abrasioni epidermoidali all'emitorace sinistro di data non recentissima - e ad
eccezione di una soluzione di continuo al terzo inferiore
dell'avambraccio sinistro, interessante per due centimetri
circa i comuni tegumenti - e aventi i caratteri di una ferita lacero-contusa di data piuttosto recente. Tale ferita è
protetta da una fasciatura di garza e bambagia, cosparsa di
pomata".
A conclusione del suo esame, il dottor Rabboni dettava: "Il sudetto Roussel, ritengo che sia deceduto per
morte naturale, probabilmente causata da una intossicazione da narcotici e sonniferi rinvenuti in grande quantità
nella stanza, per cui ritengo inutile l'autopsia". A domanda del pretore, precisava: "La morte rimonta a circa
10 o 12 ore orsono. Escludo che la morte sia dipendente
dalle escoriazioni riscontrate all'emitorace sinistro, e dalla
lesione, riscontrata al terzo inferiore dell'avambraccio sinistro. Escludo altresì che la morte sia dipendente da un
fatto violento.
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